Economia

Da oggi partono i saldi in quattro regioni

neXtQuotidiano 01/01/2016

Le preferenze vanno come da tradizione ai capi di abbigliamento (94,1), calzature (72,8), accessori (30,7) e biancheria intima (26,4). In leggera flessione gli articoli sportivi (17,7) e i prodotti di pelletteria (17,5)

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Saldi si parte: da oggi iniziano infatti in 4 regioni (Basilicata, Campania, Sicilia e Valle d’Aosta) e dal 5 gennaio in tutte le altre Regioni italiane. Per Confcommercio il giro d’affari complessivo sarà di 5,4 miliardi. Molto più basso invece secondo i consumatori che vedono ancora una stagione di ‘galleggiamento’ per i consumi. Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio ogni famiglia spenderà 346 euro per l’acquisto di capi d’abbigliamento, calzature ed accessori (il 3% in più rispetto all’anno scorso), per un valore complessivo di 5,4 miliardi di euro.

Da oggi partono i saldi in quattro regioni

Aumenterà anche la percentuale dei consumatori che acquisteranno prodotti in occasione: il 55% contro il 51% del gennaio 2015. Secondo il consueto sondaggio sui saldi realizzato da Confcommercio e Format Research, è in crescita la percentuale degli italiani che considera “importante” il periodo dei saldi. Le preferenze vanno come da tradizione ai capi di abbigliamento (94,1), calzature (72,8), accessori (30,7) e biancheria intima (26,4). In leggera flessione gli articoli sportivi (17,7) e i prodotti di pelletteria (17,5). Attendono i saldi per acquistare qualsiasi tipo di prodotto soprattutto le donne, i consumatori in età superiore ai 45 anni, residenti nelle grandi aree metropolitane e nelle regioni del Mezzogiorno, le famiglie. Gli italiani, sottolinea l’associazione dei commercianti, stanno ricominciando a dare maggiore importanza alla qualità dei prodotti rispetto al prezzo. Aumenta significativamente la percentuale dei consumatori che si sentono tutelati acquistando a saldo (sale dal 62,1% dei saldi di gennaio 2015 al 65%), mentre scende lievemente la percentuale dei consumatori che ritiene che acquistare presso i siti internet sia più conveniente piuttosto che non l’acquisto nei punti di vendita tradizionali. Meno ottimistiche le stime di Adusbef e Federconsumatori: “la situazione che abbiamo davanti è di ‘galleggiamento’, poiché non si spenderà di più ma ci sarà un leggero ampliamento del numero di famiglie che acquisteranno a saldo: saranno 9 milioni e 100 mila (cioè il 38%) le famiglie che approfitteranno degli sconti, per un giro di affari complessivo di 1,68 miliardi di euro. Non ci stanchiamo di ribadire – dicono Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti – che per un aiuto a risollevare i consumi serve anche una completa liberalizzazione dei saldi. Dover aspettare i primi giorni di gennaio non ha alcun senso, visto che nessuno effettuerà acquisti proprio in attesa delle date in cui verranno avviati gli sconti”. Infine secondo il Codacons i saldi sono di fatto già iniziati in un negozio su tre: gli esercenti applicano già sconti medi dal 20 al 40%, proponendoli direttamente ai consumatori in fase di acquisto, accettando le richieste di sconti dei cittadini o inviando mail e sms ai clienti fidati.
saldi 2 gennaio 5 gennaio

Il decalogo dei consumatori

Il 38% delle famiglie approfitterà degli sconti ma la spesa sarà stabile rispetto allo stesso anno, con 179,4 euro a testa in media. Secondo i dati elaborati dall’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, “la situazione che abbiamo davanti e’ di ‘galleggiamento’, poiché non si spendera’ di più ma ci sarà un leggero ampliamento del numero di famiglie che acquisteranno a saldo: saranno 9 milioni e 100 mila (cioe’ il 38%) le famiglie che approfitteranno degli sconti, per un giro di affari complessivo di 1,68 miliardi di Euro”. “E’ evidente che tra i cittadini permangono condizioni di disagio, a causa soprattutto dell’elevato tasso di disoccupazione, in particolare quella giovanile che rimanendo in quelle percentuali non modificheranno l’andamento flebile del mercato. Non ci stanchiamo inoltre di ribadire che per un aiuto a risollevare i consumi serve anche una completa liberalizzazione dei saldi. Dover aspettare i primi giorni di gennaio non ha alcun senso, visto che nessuno effettuerà acquisti proprio in attesa delle date in cui verranno avviati gli sconti” dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.  Adusbef e Federconsumatori forniscono un ‘vademecum’ per chi intende approfittare dei saldi che dal 5 gennaio partiranno in tutta Italia. Ecco i loro consigli:
1) Prima dell’avvio dei saldi verificare il prezzo dei prodotti che si vogliono acquistare e, se possibile, fotografare la cifra con il telefono cellulare. In questo modo si avrà una prova certa del prezzo di partenza e sarà quindi possibile valutare la reale convenienza dello sconto.
2) Non fermarsi al primo negozio che si incontra ma confrontare i prezzi applicati in diversi punti vendita, cercando di orientarsi verso prodotti di cui si ha reale necessità.
3) Diffidare delle vetrine coperte da manifesti che non consentono di vedere la merce e di negozi che applicano sconti eccessivi, pari o superiori al 60% (un buon prezzo a saldo dovrebbe aggirarsi attorno al 40% di sconto).
4) Controllare accuratamente il cartellino, su cui devono essere obbligatoriamente riportati, in modo leggibile, sia il vecchio prezzo che quello nuovo, oltre alla percentuale dello sconto.
5) A partire da giugno 2014 i commercianti hanno l’obbligo di accettare pagamento con carte di credito o bancomat tramite POS per cifre superiori a 30 euro.
6) I prodotti a saldo devono essere sì di fine stagione, ma dell’anno in corso e non delle stagioni degli anni passati! I prodotti di risulta o di magazzino devono essere venduti separatamente da quelli in saldo.
7) Anche se il cambio del prodotto non è obbligatorio ma a discrezione del negoziante, conservare lo scontrino quale prova di acquisto. Lo scontrino è infatti essenziale in caso di merce fallata o non conforme, poiché vincola il commerciante alle norme di legge relative alla garanzia di sostituzione o al rimborso della somma pagata.
8) I commercianti non sono obbligati a far provare i capi di abbigliamento, tuttavia il nostro consiglio è di diffidare dei negozi in cui non sia appunto possibile provare tali capi.
9) Per problemi o “bufale” rivolgersi ai vigili urbani, all’ufficio comunale per il commercio o ad un’Associazione di consumatori.

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