Cultura pop

di Tommaso Giancarli

Pubblicato il 2016-02-23

Dopo aver letto (con discreta attenzione e saltando solo alcune parti) un grosso manuale di psicologia, Ennio Zaporozzi, dirigente scolastico di un liceo di Pavia, ha deciso di abolire lo studio della letteratura italiana e straniera, e le conseguenti verifiche e interrogazioni sulla comprensione dei testi, rimpiazzandolo con qualche serie televisiva americana. L’idea di Zaporozzi …

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Dopo aver letto (con discreta attenzione e saltando solo alcune parti) un grosso manuale di psicologia, Ennio Zaporozzi, dirigente scolastico di un liceo di Pavia, ha deciso di abolire lo studio della letteratura italiana e straniera, e le conseguenti verifiche e interrogazioni sulla comprensione dei testi, rimpiazzandolo con qualche serie televisiva americana. L’idea di Zaporozzi è duplice: da un lato egli è sinceramente convinto che le serie tv siano i nuovi classici; dall’altro, confida che gli studenti, con lo spirito goliardico e anticonformista che contraddistingue i giovani, vivano la rimozione dei libroni come una sfida e si buttino a capofitto nella lettura di Flaubert, Dostoevskij, ecc.
classici
Pare tuttavia, per la verità, che i ragazzi si siano limitati ad accogliere con sollievo la cancellazione di buona parte del programma e che abbiano venduto per pochi euro i libri di testo di letteratura e le antologie, o che li abbiano scambiati con dei riassunti scorretti e poco accurati delle serie che costituiscono la nuova materia di studio. Certi, felici per il tempo guadagnato e la fatica risparmiata, avevano pensato di erigere a Zaporozzi una statua in carta unta di kebab; ma è troppa sbatta, e i più si sono limitati a pensare al liberalissimo preside durante una delle numerose masturbazioni quotidiane, allo scopo di prolungare il piacere ma anche di dare a Cesare ciò che indubbiamente gli spetta

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