La cronista di Libero che è andata a Codogno e adesso è ai domiciliari

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-25

Costanza Cavalli si è mossa proprio quando la quarantena era stata proclamata. E ora è confinata in casa per quattordici giorni

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Costanza Cavalli, giornalista di Libero, si trova confinata in una quarantena “volontaria” in casa perché è andata a Codogno quando evidentemente era vietato entrare nella zona rossa. Già nella mattinata del 21 febbraio scorso l’assessore alla Sanità della Regione Lombardia Giulio Gallera aveva invitato i cittadini di Codogno, Casalpusterlengo e Castiglione D’Adda a rimanere a casa in quella che è stata chiamata “quarantena volontaria”.

La cronista di Libero che è andata a Codogno e adesso è ai domiciliari

Evidentemente la cronista di Libero si è mossa proprio quando la quarantena era stata proclamata: anche il parlamentare leghista Guido Guidesi è in quarantena volontaria per questo. La cronista racconta di aver preso una serie di precauzioni, che però evidentemente non sono bastate:

Io ho cominciato subito a segnare i giorni con un pennarello rosa fosforescente sullo stipite della porta della cucina, sono a quattro e non faccio che ricontarli trenta volte al giorno,prendo e mollo il pennarello con l’impulso di barare, come se potessi fregare la quarantena segnandone di nascosto qualcuno in più. Sono a quattro di quattordici. Sempre che qualche genio non decida che quattordici non bastano, che sto coso invisibile che sembra una pallina adesiva per i giochi a bersaglio dei bambini incuba, il bastardo, più giorni, altri giorni.

Neanche voglio pensarci. Però ci penso di continuo. Sono impotente, prigioniera, inascoltata: sono una fra i tanti giornalisti che si sono fiondati a Codogno e dintorni il giorno dell’esplosione lombarda del virus, ingolosita dal caso di cronaca, ma prudentissima.

ospedale codogno coronavirus

Quindi sono partita a razzo ma già al casello di Casalpusterlengo ho indossato due, non una, due mascherine. Non sono scesa dalla macchina, ho girato per le strade neanche tanto deserte, con fotografi, cameraman e cronisti con i microfoni che mi sciamavano intorno, e ho anche pensato che sarei passata da scemotta. Tutta sta prudenza per niente. La mattina dopo, sabato scorso, ero già stata confinata in casa.

Adesso sarebbe curioso sapere se davvero anche altri giornalisti sono in quarantena per essersi recati a Codogno dopo l’allerta della regione. Finora quella di Libero è stata l’unica confessione.

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