“Non ideologia, ma musica”, Cristina D’Avena spiega perché ha detto sì alla festa di Fratelli d’Italia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-12-15

Dopo le polemiche, la cantante ha voluto ricordare a tutti la sua storia in sostegno dei diritti civili

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La sua manager (nonché sorella) ha detto che Cristina D’Avena ha una forte simpatia per Giorgia Meloni e che non disdegnerebbe un duetto con lei. Ma oggi, dopo 24 ore di polemiche, la stessa cantante di quelle canzoni che hanno segnato generazioni di piccoli e grandi telespettatori di cartoni animati è voluta intervenire per spiegare i motivi che l’hanno spinta a dire “sì” all’invito di cantare in piazza per la festa di Fratelli d’Italia a Roma. E la sua esibizione si terrà proprio nella giornata di oggi, giovedì 15 dicembre.

 

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Cristina D’Avena risponde alle critiche per la festa di FdI a Roma

La cantante sostiene che la sua sia una partecipazione solo per portare della musica (la sua iconica musica) e non per parlare di ideologie politiche. Poi ha voluto ricordare a tutti i suoi impegni e sostegni in favore dei diritti civili e delle comunità LGBTQ+:

Cari amici,
ho letto nel pomeriggio di ieri, sul web, commenti e considerazioni feroci sulla mia partecipazione alla festa di questa sera, in Piazza del Popolo a Roma. Non credo serva spiegare come mi sia sentita; preferisco ricordare a chi mi ha giudicato, forse con un po’ troppa fretta, chi sono.
Da quarant’anni canto in tutti i posti dove sono ben voluta e accolta. Nelle piazze dei Paesi, nei palazzetti delle città, nei teatri, in televisione, nelle feste LGBTQ+ e anche alle Feste dell’Unità. Nei Pride e al Vaticano. E sempre e ovunque con tutto l’impegno e la gratitudine possibili. Perché le mie canzoni non desiderano altro che portare allegria e spensieratezza a chi è cresciuto con loro e a chi le canta assieme a me. Tutti, nessuno escluso. E questo non è qualunquismo, ma libertà.
Stasera, come tutte le altre, non porto ideologie, ma musica. Non mi schiero e non cambio pelle all’improvviso. Ho accolto un invito per cantare, non per militare sotto una bandiera. E se posso trasformare una polemica in qualcosa di più utile, vorrei fosse – questa – un’ottima occasione per dimostrare (se mai ce ne fosse ancora bisogno) che la musica unisce, include, conforta. Ho sostenuto, e sempre sosterrò, i diritti civili e l’amore universale che dovrebbe essere alla base della crescita di ogni essere umano.
Canto Pollon, i Puffi, Memole, Occhi di Gatto, Mila e Shiro…. Sono inni di leggerezza e di fantasia… e di nessuna altra natura o pretesa”.

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