Attualità
«Sono stato ottimista parlando di un lockdown per Natale»
neXtQuotidiano 19/10/2020
Qualche giorno fa Andrea Crisanti ospite della trasmissione Studio24 di Rainews aveva parlato della possibilità di un lockdown a Natale. Oggi peggiora la sua previsione
Qualche giorno fa Andrea Crisanti ospite della trasmissione Studio24 di Rainews aveva parlato della possibilità di un lockdown a Natale. Il direttore del Laboratorio di Virologia e microbiologia dell’università di Padova aveva spiegato: “Io penso che sia nell’ordine delle cose: un lockdown in quel periodo potrebbe resettare in qualche modo il sistema, abbassare la trasmissione e aumentare il contact tracing, perché con i numeri di ora il sistema è saturato”.
Oggi, intervistato dal Mattino Crisanti peggiora la sua previsione: “Ero stato ottimista quando avevo parlato di lockdown a Natale. Magari non chiamiamolo in questo modo, però con questi numeri, con l’aumento costante di nuovi positivi, arriveremo a un inasprimento delle misure di contenimento molto prima”.
Lei si aspettava un incremento così rapido del numero dei contagi? In poche settimane siamo passati da cifre giornaliere sostenibili, attorno a 1.500-2.000, a un dato sei volte più alto. Così sta saltando tutto, ormai anche i contatti di un positivo non vengono tracciati e identificati dai sistemi sanitari delle varie Regioni.
«Per una volta che sono stato ottimista, sono stato smentito.Avevo previsto il lockdown a Natale, pensando che i positivi aumentassero inmaniera graduale. Non mi sarei aspettato che il sistema territoriale di contrasto e tracciamento si sbriciolasse così velocemente».Rischiamo il lockdown anche prima dell’arrivo del Natale?
«Questo non lo so, anche perché ormai sembra che in Italia la parola lockdown non si possa proprio pronunciare. Ma è evidente che un inasprimento delle misure sarà un rapido sviluppo se quelle che sono state messe in campo non funzioneranno. D’altra parte, tutti hanno lodato il comportamento degli italiani per mesi, dopo che si era riusciti ad abbassare la curva. Gli italiani sono sempre quelli, non sono cambiati.L’unica differenza èche non è stato fatto un piano per mantenere bassi il numero dei contagi. Chiudere tutto paradossalmente è facile, ma poi bisogna evitare che i contagi risalgano»