Crisanti: “Il lockdown a Natale è possibile”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-10-14

“Credo che un lockdown a Natale sia nell’ordine delle cose”, spiega Crisanti a Rainews

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Andrea Crisanti, ospite della trasmissione Studio24 di Rainews rilancia l’ipotesi del lockdown: “Apprezzo sempre la franchezza: loro – spiega il direttore del Laboratorio di Virologia e microbiologia dell’università di padova riferendosi alla Gran Bretagna – hanno già detto tre settimane fa ‘Abbiamo tutto il sistema di conctact tracing in collasso e dobbiamo pensare a fare dei lockdown su determinate regioni. Secondo me bisogna sempre dire la verità: in Gran Bretagna in questo momento si sta discutendo dell’ipotesi di fare dei lockdown in coincidenza con le vacanze scolastiche, e sono d’accordo la priorità è quella di mantenere la continuità dell’insegnamento”.

crisanti lockdown a natale

 

 

Il giornalista chiede a Crisanti se anche in Italia potrebbe succedere la stessa cosa durante la pausa scolastica per il Natale. E il virologo risponde: “Io penso che sia nell’ordine delle cose: un lockdown in quel periodo potrebbe resettare in qualche modo il sistema, abbassare la trasmissione e aumentare il contact tracing, perché con i numeri di ora il sistema è saturato”. Che la situazione sia in via di peggioramento non lo dice solo Crisanti: oggi Patrizio Pezzotti, l’epidemiologo dell’Iss che cura il rapporto mensile sulla mortalità da Covid, ha spiegato che in poche settimane arriveremo ad avere 100 morti al giorno per COVID-19. A fare eco a Crisanti è  Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi di Milano, che, intervenendo questa mattina su Rai Radio2 a ‘Non è un paese per giovani’, ha spiegato: il rischio di un secondo lockdown prima di Natale “c’è, ma se prendiamo provvedimenti credo che potremmo convivere con la presenza del virus. E’ necessario scovare più positivi possibile, soprattutto gli asintomatici; più li controlliamo e meno contagiano” e fare tesoro del “galateo che abbiamo usato nel primo lockdown per scongiurare il secondo. Le terapie intensive sopra 50-60% dei posti letto è un dato che può essere considerato ‘il punto di non ritorno’ – ha aggiunto – perché la situazione diventa difficile da gestire e il rischio è di passare da una crescita lineare a una esponenziale.” Le dosi di vaccino anti-Covid “arriveranno da metà del prossimo anno in una quantità disponibile per tutti”. E tra un anno come staremo? “Tra un anno avremo ancora effetti e ferite. Il virus potrà essere declassato a più gestibile e governabile anche da un punto di vista terapeutico e dell’assistenza ai pazienti”. Infine un passaggio sul vaccino antinfluenzale, “che è un’opportunità per tutti”, sottolinea Pregliasco, “ma che diventa necessario per i soggetti a rischio. Risolve in parte la diagnosi differenziale, riduce la quota di complicanze per l’influenza quindi l’impatto dei servizi sanitari e addirittura sembra che aumenti le difese immunitarie riducendo le possibilità di infezione da Covid”.

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