Il Covid ci ha insegnato l’importanza della Sanità pubblica. È ora di potenziarla

di Michele Grio

Pubblicato il 2022-04-24

Il nostro Servizio Sanitario Nazionale ha subito profonde modificazioni e freni, derivanti da logiche burocratico-finanziarie anziché dagli effettivi bisogni di salute della popolazione. Il nostro SSN è uno dei migliori al mondo, universale e gratuito per tutti, proprio perché il benessere psicofisico dell’individuo è un valore assoluto, che travalica anche i confini nazionali. Gli obiettivi …

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Il nostro Servizio Sanitario Nazionale ha subito profonde modificazioni e freni, derivanti da logiche burocratico-finanziarie anziché dagli effettivi bisogni di salute della popolazione. Il nostro SSN è uno dei migliori al mondo, universale e gratuito per tutti, proprio perché il benessere psicofisico dell’individuo è un valore assoluto, che travalica anche i confini nazionali. Gli obiettivi assegnati alle aziende sanitarie sono sempre più economici, o strettamente connessi alla finanza, che poco si sposa con il diritto alla salute: la trasformazione delle unità sanitarie locali in aziende sanitarie ha creato un ossimoro illogico, perché la salute non produce profitto per le aziende, che non guadagnano monetizzando i servizi offerti, anzi spendono nel più prezioso dei beni immateriali, la salute appunto.

La gestione di stampo aziendale, basata su perdite e profitti, ha avuto l’obiettivo di contenere gli sprechi di denaro pubblico, ma ha inevitabilmente causato inefficienze ed eccessivi ridimensionamenti: la distribuzione delle risorse economiche è diventata lo spauracchio delle aziende sanitarie, in qualche modo legate alla programmazione di tali elargizioni per la propria sopravvivenza. Abbiamo già conosciuto i piani di rientro per governare gli eccessivi sforamenti, e già se ne staglia un altro all’orizzonte in conseguenza dell’inevitabile incremento delle spese necessarie alla gestione della pandemia. Da operatore sanitario, lo trovo poco lungimirante: ritengo sia grave la logica del recupero dello stato iniziale, in assenza di una revisione delle logiche prepandemiche, come se il COVID ci sia capitato per colpa nostra e se adesso dovessimo in qualche modo recuperare, risparmiando all’estremo in materiali, tecnologie, edilizia sanitaria e soprattutto in assunzioni di personale.

Il Covid ci ha insegnato l’importanza della Sanità pubblica. È ora di potenziarla

La pandemia ha slatentizzato le pecche di queste logiche, in maniera inesorabile: tarare il SSN su una condizione di freno o addirittura retromarcia ci ha costretti alla corsa contro tutto e contro tutti. Da un giorno all’altro siamo stati invasi da un problema clinico-sanitario per il quale non eravamo attrezzati: nelle Rianimazioni, nei DEA e nei reparti COVID mediamente mancavano le fonti d’ossigeno, le maschere ed i caschi per l’ossigenoterapia, i ventilatori polmonari per tutti i pazienti che ci arrivavano, i sistemi di monitoraggio dei parametri vitali, i letti attrezzati, per non parlare dei tamponi e dei dispositivi di protezione individuale che venivano forniti giornalmente in base alle disponibilità, come ai tempi della tessera annonaria. Di fatto siamo costretti a chiudere le attività ambulatoriali e le attività operatorie, riservando le poche risorse residue ai pazienti emergenti, urgenti, oncologici o ultraspecialistici, perchè il personale è stato deviato laddove la cronica carenza si è purtroppo resa insostenibile. L’arte di arrangiarsi ci ha salvato la vita e ne ha salvate tante tra gli ammalati, e ricordo giornate concitate nel ragionare a come arrivare a domani, non al futuro lontano.

Ecco, alla luce di ciò, che qualunque operatore sanitario può descrivere con tutte le sfumature possibili, seppur tutte tendenti al grigio, si impone la necessità ineludibile di una riflessione sul futuro del nostro SSN e sulla programmazione che, eventualmente, ci metta al riparo da future catastrofi come quella che faticosamente stiamo tentando di lasciarci alle spalle. Paventare piani di rientro per risparmiare risorse economiche, il recupero delle attività sanitarie e la riduzione della contingenza organica del personale sanitario per andare avanti isorisorse (riferendoci alle poche risorse disponibili nell’era pre-COVID)  significa scherzare con il passato ed anche con il futuro. Significa anche dimostrare che la storia non insegna nulla all’uomo. E questo sì che è un brutto scherzo per l’uomo. Uno scherzo della politica.

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