Attualità
Catastrofe COVID-19: la mappa dei contagi in Europa e nel mondo
neXtQuotidiano 01/08/2020
Molti dei nostri vicini oggi viaggiano al ritmo di mille contagi al giorno. Giovedì erano 846 in Gran Bretagna: cifra più alta da oltre un mese. Ma negli Stati Uniti la situazione è persino peggiore
La mappa dei contagi in Europa e nel mondo ci dice che la pandemia del Coronavirus SARS-COV-2 è nella sua fase di piena in gran parte del globo. Paradossalmente, le uniche “isole felici” rispetto a qualche mese fa sono proprio l’Italia e la Cina nonostante, come ha ricordato The Lancet, il 27% dei casi nel mondo, nella prima fase, sia partito dalla penisola, contro il 22% dalla Cina. Spiega oggi Repubblica:
Molti dei nostri vicini oggi viaggiano al ritmo di mille contagi al giorno. Giovedì erano 846 in Gran Bretagna: cifra più alta da oltre un mese. Per il premier Boris Johnson «è ora di tirare il freno» di fronte a «una seconda ondata in Europa». In varie regioni del nord della Gran Bretagna, 4 milioni di persone subiranno nuove restrizioni, in particolare il divieto di incontrarsi al chiuso con persone al di fuori della famiglia. Marcia indietro anche sulla riapertura di saloni di bellezza e bowling. Dall’8 agosto sarà esteso l’obbligo di mascherine a musei, cinema e chiese. In Francia ieri sono stati superati i 1.300 contagi per il terzo giorno di fila. Dopo un aumento del 54% in una settimana, i prefetti avranno il potere di imporre le mascherine anche all’aperto, nelle località più colpite. La Spagna è ancora più in alto: ieri nuova giornata con oltre 1.500 casi. Catalogna, Aragona e Navarra sono finite nella “lista rossa” di Berlino: chi torna dovrà fare la quarantena.
La Stampa invece fa il punto sul contagio nel mondo, con particolare attenzione nei confronti degli Stati Uniti che sono nel pieno di una “catastrofe sanitaria”:
Gli Usa sono il paese più colpito, con quasi 4 milioni e mezzo di malati e oltre 152.000 morti. Da giugno i contagi sono tornati a salire in maniera vertiginosa e ora anche i decessi sono saliti a più di mille al giorno. Negli ultimi tempi i casi hanno rallentato negli Stati del sud, ma il timore è che si stiano diffondendo nel Midwest. La colpa del disastro ricade almeno in parte su Trump, che ha accelerato la riapertura quando molti Stati non erano pronti, per rilanciare l’economia nel timore che la recessione gli faccia perdere le elezioni del 3 novembre
Secondo il sito Axios negli Stati Uniti si fanno oltre 800.000 test al giorno, un grande incremento rispetto agli inizi, ma già non bastano più. La crescita dei contagi ha prodotto una domanda di esami che la struttura federale non riesce a soddisfare, e perciò la consegna dei risultati si allunga fino a una o due settimane. Un responso ricevuto dopo così tanti giorni è inutile, come ha denunciato Gates, perché non consente di curare in tempo il malato, isolarlo, tracciarlo, e quindi prevenire altri contagi. Trump nega il problema, ma intanto è così preoccupato dai suoi effetti politici, che ha chiesto di rinviare le presidenziali.