Attualità

La seconda ondata del Coronavirus in Spagna

neXtQuotidiano 22/07/2020

A provocare l’incremento sono soprattutto i focolai in Catalogna e Arragon. Il virus  ha approfittato per propagarsi anche di un netto abbassamento della guardia tra i giovani, stanchi di mascherine e distanze di sicurezza nei locali notturni e in spiaggia

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Nelle ultime due settimane il numero dei casi di positività al Coronavirus SARS-COV-2 in Spagna è triplicato: secondo i dati forniti dal ministero della Sanità ora si registrano 27,93 casi ogni 100mila abitanti, mentre lo scorso 3 luglio erano 8,76. Sono livelli simili a quelli registrati l’11 maggio, quando la Spagna ha cominciato a percorrere la fase discendente del curva epidemiologica arrivando il 25 giugno al minimo di 7,74 casi. Poi la curva ha ripreso a salire, prima lentamente, ma dalla scorsa settimana in modo netto. A provocare l’incremento sono soprattutto i focolai in Catalogna e Arragon, ha detto ieri al Pais il portavoce della società spagnola di epidemiologia, Rodríguez Artalejo, che aggiunge anche i Paesi Bassi. “In queste comunità la situazione è molto preoccupante – avvisa – se non la controlliamo, ed in modo deciso, avremo una situazione molto difficile”. In particolare, in Catalogna, le autorità sanitarie hanno individuato in Catalogna 201 focolai attivi, alcuni collegati con i lavoratori stagionali per la raccolta delle frutta, ma altri provocati dal rilassamento delle misure di distanziamento durante feste familiari, con amici e nei bar ed altri luoghi pubblici. Spiega oggi il Corriere della Sera:

Il quotidiano El Mundo avverte che si tratta di una «trasmissione silenziosa» giacché il 60-70% dei nuovi positivi sono completamente asintomatici, o con sintomi molto lievi. Vengono scoperti durante i controlli precauzionali, per esempio perché hanno frequentato ambienti contaminati, ma non sono meno contagiosi dei sintomatici. La metà dei nuovi positivi non sa dove si sia contagiato, riferisce La Vanguardia, citando un’indagine della Red Nacional de Vigilancia Epidemiológica e dell’Instituto de Salud Carlos III. E il 66% è di età compresa tra i 15 e i 59 anni. Il ministro della sanità, Salvador Illa, ha indicato che una parte dei focolai attivi sono stati localizzati tra i lavoratori stagionali impiegati nella raccolta della frutta, ma il virus  ha approfittato per propagarsi anche di un netto abbassamento della guardia tra i giovani, stanchi di mascherine e distanze di sicurezza nei locali notturni e in spiaggia.

coronavirus spagna

La crescita del Coronavirus in Spagna (Corriere della Sera, 22 luglio 2020)

 

 

Oppure delle feste in famiglia, di celebrazioni, cerimonie, sagre. Prima di considerare la possibilità di un nuovo, drastico confinamento, la Catalogna è passata nelle scorse settimane a contromisure circoscritte, isolando per esempio oltre 200mila persone nella zona di Lleida, vietando raduni di più di dieci persone a Barcellona e rendendo l’uso della mascherina obbligatorio indipendentemente dalla distanza interpersonale. Ma la paura e  ilivelli di prudenza sembrano in costante diminuzione e nel week end il lungomare della città era affollatissimo. È stato dunque ridotto il numero di accessi consentito, da 38 mila a 32 mila, con la raccomandazione alla cittadinanza di evitare la balneazione nei giorni e nelle ore di punta, tra il venerdì e la domenica e tra le 16 e le 20.

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