Così Scafarto si rallegrava con Ultimo delle indagini su Del Sette

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-09-19

“Ride bene chi ride ultimo”, diceva l’ex NOE dopo la pubblicazione del pezzo sul Fatto

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Nella storia delle relazioni di Gianpaolo Scafarto c’è anche un sms mandato a Sergio De Caprio riguardo Tullio del Sette, inviato il 22 dicembre, ovvero dopo la notizia delle indagini sul comandante dei carabinieri pubblicata dal Fatto Quotidiano. Racconta oggi Vincenzo Iurillo:

Il maggiore Giampaolo Scafarto manda un sms a Sergio De Caprio, alias Ultimo, per commentare: “Ride bene chi ride ultimo”.E ilsuo excapo, poi andato all’Aise (i servizi segreti esteri), risponde: “Buona questa”. Così i due commentano la notizia dell’indagine a carico del comandante dell’Arma dei carabinieri accusato di rivelazione di segreto d’ufficio in uno dei filoni dell’i nch iesta, nato dalle dichiarazioni dell’ex amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, che tira in ballo anche Luca Lotti.
Il giorno dopo,il 23 dicembre, è sempre Il Fatto a scrivere che anche il ministro dello Sport è iscritto nel registro degli indagati. Sui messaggi di dicembre tra Scafarto e Ultimo (non indagato),il legale di quest’ultimo Francesco Romito spiega: “È solo una battuta. Anzi, prova il fatto che De Caprio non sapesse nulla dell’inchiesta. Se lo avesse saputo, Scafarto non gli avrebbe scritto così”. Il punto è questo: il colonnello De Caprio non è indagato e questo sms per adesso non prova che stesse seguendo l’indagine Consip da dietro le quinte, senza averne diritto.

sergio de caprio scafarto consip
Il messaggio con Scafarto è stato estrapolato dal cellulare del maggiore indagato per falso e rivelazione di segreto d’ufficio dalla Procura di Roma.

I due avevano un rapporto da anni, anzi Scafarto era nella lista di chi avrebbe dovuto seguire il colonnello all’Aise. Ma mai – ha detto Scafarto ai pm romani – “ho parlato a De Caprio dell’inchiesta Consip, anche perché conoscendolo se glielo avessi detto non mi avrebbe più incontrato”. Il maggiore aggiunge che “la raccomandazione di non parlare di Consip con il colonnello fu estesa a tutti i miei uomini”.
Ma perché a dicembre commenta la notizia di Del Sette indagato con Ultimo? Forse in riferimento a eventi passati: il 4 agosto 2015 infatti era stato proprio Del Sette a comunicare con una lettera a Ultimo, all ’epoca al Noe, che non avrebbe più svolto funzioni di polizia giudiziaria, pur mantenendo il grado di vicecomandante. I motivi: “Cambiamento strategico nell’organizzazione dei reparti”. Da poco era stata pubblicata dal Fatto una conversazione intercettata proprio dal Noe, quando De Caprio era il capo: quella in cui Matteo Renzi condivideva con il generale Mario Adinolfi le sue strategie e anticipava la sfiducia all’ex premier Enrico Letta.

Quel l ’intercettazione era stata depositata in un procedimento penale della Dda di Napoli senza omissis. Cinque carabinieri del Noe di Caserta erano stati anche indagati, e poi archiviati.

Leggi sull’argomento: Il caso CONSIP e il presunto golpe dei carabinieri contro Renzi

 

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