Cosa sappiamo della raccolta fondi di Malika

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-07-01

Le polemiche dopo l’acquisto di un’automobile e dopo la raccolta fondi in suo favore

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In questo ore si è tornati a parlare di Malika Chalhy, la giovane cacciata di casa dai genitori dopo il suo coming out. Non si tratta di ulteriori evoluzioni della sua triste vicenda di discriminazione per il suo orientamento sessuale da parte dei familiari, ma per una storia nata sui social e culminata con un’intervista. Nel mirino l’acquisto di un’automobile da 17mila euro attraverso l’utilizzo di parte dei fondi raccolti durante la campagna di crowdfunding nata per sostenerla dopo la sua denuncia.

Malika Chalhy, cosa sappiamo della raccolta fondi e dell’utilizzo dei soldi

Contattata telefonicamente da Selvaggia Lucarelli dopo le polemiche per una Instagram Stories in cui Malika Chalhy si mostrava al volante di una Mercedes Classe A (che la giovane, sostenuta dalla sua agente, dice di aver pagato 17mila euro), la ragazza ha spiegato di aver utilizzato parte di quei soldi raccolti (attraverso due campagne su GoFundMe, una da quasi 140mila euro, l’altra da circa 11mila euro) per le prime spese necessarie a “recuperare la sua vita”. Perché Malika ha detto di non avere più nulla con sé dopo esser stata cacciata con sé. E con parte di quei soldi ha pagato il dentista e altro.

Tra quest’altro c’è anche quell’automobile finita nel mirino delle critiche. Le fin troppo pressanti domande hanno portato la 22enne della provincia di Firenze (che ora vive a Milano con la sua Camilla) a spiegare che l’acquisto di quella Mercedes sia stato solamente uno sfizio, ma ha rassicurato tutti che i soldi devoluti in suo favore con quelle campagne saranno destinati (in parte) anche a opere di beneficenza.

Roberta, l’agente di Malika, ha anche parlato di un progetto per “fondare un’associazione per le vittime di discriminazioni” insieme a Laura Boldrini con parte di quei fondi raccolti. La deputata, però, ha smentito questa indicazione parlando di “fake news”: nessuno del suo staff (tantomeno lei) è stata contattata, come invece indicato durante quell’intervista a TPI.

La facile derubricazione fatta dagli omofobi

Ovviamente questa vicenda è stata strumentalizzata da chi non vedeva l’ora di rimestare il proprio atteggiamento avverso nei confronti delle coppie omosessuali, sminuendo quei cliché discriminatori che sono palesi nel quotidiano italiano. Ma non per l’acquisto di un’automobile da parte di una ragazza che da un giorno all’altro non aveva più nulla dopo esser stata cacciata di casa dai suoi genitori, si può derubricare la causa LGBT e tutto quello che la circonda.

(Foto/IPP/Gioia Botteghi)

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