Cosa riapre per i bambini il 15 giugno

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-17

I partecipanti saranno divisi in piccoli gruppi in base all’età: per i più piccoli in età di scuola dell’infanzia (dai 3 ai 5 anni) ci sarà un operatore ogni 5 bambini

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Da giugno ripartono i centri estivi per minori dai 3 ai 17 anni, che dovranno essere organizzati per lo più all’aperto nelle scuole, negli oratori e nelle ludoteche. I partecipanti saranno divisi in piccoli gruppi in base all’età: per i più piccoli in età di scuola dell’infanzia (dai 3 ai 5 anni) ci sarà un operatore ogni 5 bambini; per quelli in età di scuola primaria (dai 6 agli 11 anni), il rapporto salirà a un adulto ogni 7 bimbi; per i ragazzi della scuola secondaria (dai 12 ai 17 anni) un adulto ogni 10 adolescenti. Previsto un «triage di accoglienza»: lavaggi di mani e misurazione della temperatura all’ingresso.

Cosa riapre per i bambini il 15 giugno

La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina aveva promesso nei giorni scorsi la riapertura delle scuole e la loro trasformazione in centri estivi. Sul piatto il Governo ha messo 150 milioni di euro, con anche la possibilità per le famiglie di sfruttare il bonus baby sitter per l’iscrizione ai centri. Un fatto “molto positivo”, sottolinea la vicepresidente dell’Emilia-Romagna con delega al Welfare, Elly Schlein, soddisfatta per la ‘luce verde’ da Roma. “Siamo molto soddisfatti di questa notizia e ringraziamo la ministra Bonetti, insieme alle ministre Azzolina e Catalfo per l’impegno, una notizia davvero molto attesa dalle famiglie e dalle istituzioni”, commenta in una nota. “Siamo felici- prosegue Schlein- che il nostro contributo sia stato utile per raggiungere questo obiettivo, su cui abbiamo lavorato intensamente per settimane, fino all’ultima videoconferenza che abbiamo tenuto questa mattina con oltre settanta interlocutori del territorio, mentre ieri abbiamo incontrato i sindacati. Molte delle proposte che avevamo presentato sono state accolte, segno che la strada da noi ipotizzata era percorribile. Grazie a questo lavoro in Regione siamo pronti, lavoreremo con comuni, enti gestori e parti sociali per partire quanto prima con le prime attività sperimentali”. La proposta dell’Emilia-Romagna prevedeva attività preferibilmente all’aperto, bambini organizzati in piccoli gruppi a seconda delle fasce di età, seguiti sempre dallo stesso o dagli stessi educatori senza contatti tra gruppi diversi, bambini accolti su più turni, con fasce orarie diversificate in modo da evitare assembramenti. Un contributo che e’ confluito ora nelle linee guida messe a punto a livello nazionale, insieme a quelli di Anci e dei pediatri.

elly schlein

“La riapertura dei centri estivi è fondamentale- aggiunge Schlein- per molte ragioni, a partire dalle conseguenze che la sospensione dei percorsi educativi e di socialita’ possono avere sui bambini e ragazzi, e dalle grandi difficoltà delle famiglie, le donne soprattutto, che non possono essere lasciate sole ad affrontare la gestione dei figli piccoli. Gia’ normalmente sappiamo quanto sia difficile conciliare i tempi di vita e di lavoro, in questa fase il peso e’, e sta diventando, sempre piu’ gravoso”. “Consapevoli di questo- conclude la vicepresidente, con l’apporto delle migliori esperienze e competenze presenti nella nostra regione abbiamo lavorato pensando a modalita’ alternative e innovative di gestione delle attivita’ in sicurezza, naturalmente nel pieno rispetto di tutte le misure necessarie a garantire la massima tutela della salute sia per gli educatori sia per i bimbi e le loro famiglie. Finalmente le famiglie potranno tirare un sospiro di sollievo”.

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