Riaperture: la nuova mappa della Fase 2 e il decreto da lunedì

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-04-15

Lunedì 20 dovrebbero riaprire alcune attività. Il terzo consecutivo Dcpm della stagione Covid-19 dovrebbe arrivare entro sabato o domenica. l mondo del tessile e abbigliamento, essendo retail, è tra i più esposti al contagio. Attenzione alla meccanica compreso l’automotive e componentistica, la meccatronica. Privilegiate le consegne a domicilio

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Lunedì 20 dovrebbero riaprire alcune attività. Giuseppe Conte vorrebbe annunciare il terzo consecutivo Dcpm della stagione Covid-19 entro sabato o domenica, ma i problemi da risolvere sono ancora molti. Su tutte quella dell’app per l’autocertificazione e il tracciamento dei positivi perché un accordo con il Garante della Privacy ancora non si trova. Ma la task force guidata da Vittorio Colao nel frattempo si è messa al lavoro.

Riaperture: la nuova mappa della fase 2 e il decreto da lunedì

Il Messaggero scrive oggi che lunedì 20 dovrebbero riaprire alcune attività, specie quelle più esposte alla concorrenza internazionale, ma i tecnici sono divisi. E l’app intelligente per l’autocertificazione e il tracciamento dei positivi, resta in stand by. Ma non c’è tempo da perdere, troppe le pressioni delle associazioni di categoria, della politica per allentare il lockdown e rimettere in azione la macchina produttiva e contenere l’arretramento economico che, secondo l’ultima previsione del Fondo monetario, potrebbe registrare un pil 2020 a -9,1% in Italia.

Giuseppe Conte vorrebbe annunciare il terzo consecutivo Dcpm della stagione Covid-19 entro sabato o domenica, ma i problemi da risolvere sono ancora molti. Alcuni membri della task force hanno dubbi sull’applicazione da installare negli smartphone, e soprattutto ci sono le perplessità fatte trapelare del garante della privacy Antonello Soro che nei giorni scorsi, nel corso di un’audizione alla Camera, e in pareri inviati al ministero dell’innovazione, ha chiarito confini sostenendo che il successo dell’operazione del tracciamento »si gioca molto attraverso una comunicazione che sia capace di convincere gli italiani che è utile aderire spontaneamente a questo processo». Dopo l’introduzione di Colao, al giro di tavolo avrebbero preso la parole quasi tutti. Creati cinque gruppi di lavoro che devono svolgere i compiti a casa per oggi.

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L’idea di un’app che sostituisca l’autocertificazione, resta ma non basta. Possibile lo scaglionamento delle aperture e degli ingressi a lavoro attraverso orari lunghi e fasce anagrafiche. Anche su quali attività riaprire si discute ancora e per il momento ci si concentra sul breve termine con scaglionamenti anche regionali. Il mondo del tessile e abbigliamento, essendo retail, è tra i più esposti al contagio. Attenzione alla meccanica compreso l’automotive e componentistica, la meccatronica: una stasi produttiva mette fuori gioco le nostre aziende, devono riaprire. Scontata la misurazione della febbre all’ingresso delle aziende e dei negozi per lavoratori e clienti. Privilegiate le consegne a domicilio per limitare al massimo le presenze nei negozi e infine un medico-Covid “di zona”, pronto a intervenire. Tutto ancora da decidere per l’estate e su come si potrà andare in vacanza, anche se l’idea di un voucher da spendere in strutture italiane sta prendendo sempre più quota.

L’idea è che il processo di riapertura delle attività produttive cominci prima dove la densità produttiva è più bassa, cioè dove ci sono meno fabbriche, meno imprese, meno lavoratori. E quindi meno persone che ogni giorno si spostano per questo motivo. Ma la densità produttiva è molto variabile a seconda delle aree del Paese. E molto dipende dal livello di «granularità» che si vorrà dare all’operazione, cioè da cosa si userà come unità di misura per il percorso di riapertura a tappe: le province, i Comuni, territori più piccoli. E si dovrebbe tenere conto anche di chi si sposta da un comune all’altro.

Allarmi via Bluetooth o dati GPS?

Il Corriere della Sera spiega oggi che Apple sta collaborando con Google per permettere ai sistemi operativi mobili iOs e Android di affiancare le applicazioni nazionali di tracciamento dei contatti. Il ministero dell’Innovazione ha selezionato una app fra le 319 candidate (sarebbe quella della software house milanese Bending Spoons. Sarà un’app che sulla base del volontariato e dell’anonimato ci permetterà di sapere se ci siamo trovati in contatto con un infetto». Ma c’è un problema:

Sul Corriere, l ’ex amministratore delegato di Vodafone e Rcs aveva auspicato l’uso «dei dati delle reti mobili in congiunzione a una app dedicata con Gps. Che servirebbe anche a comunicare direttamente e molto specificamente per Paese e per quartiere, se necessario, come è stato fatto in Corea del Sud o Cina». Dunque, informazioni precise sulla localizzazione, come sarebbe emerso dalle prime riunioni della task force.Anche la volontarietà del download non è così scontata, visto che dall’insediamento del nuovo gruppo si parla di sostituire la certificazione cartacea con l’applicazione.

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Coronavirus, i numeri del 14 aprile (Corriere della Sera, 15 aprile 2020)

Ci saranno comunque obblighi da rispettare. I termoscanner, già montati negli aeroporti e in alcuni uffici, saranno indispensabili perché nella fase 2 sarà obbligatorio per imprese e negozi misurare la febbre a lavoratori e consumatori. L’ordinanza firmata dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli consente alle Asl di rintracciare chi è entrato in contatto con una persona «positiva» ottenendo dalle questure o dai commissariati i numeri di cellulare oppure le utenze fisse. Può infatti accadere che un cittadino positivo al tampone sia in grado di ricostruire i propri spostamenti, ma non conosca tutti coloro che ha avuto modo di incontrare. E dunque solo ripercorrendo i suoi movimenti si può rintracciare chi è a rischio e sottoporre anche lui al tampone. Tra le misure di prevenzione per la «fase 2» c’è anche la possibilità di privilegiare per aziende e negozi la consegna a domicilio. Quando i divieti saranno allentati bisognerà comunque evitare assembramenti e affollamenti per strada, ma soprattutto davanti ai negozi. E dunque si sta cercando un modo per scaglionare il più possibile le presenze.

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