Cosa pensa Varoufakis dell'accordo di Tsipras

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-07-14

L’ex ministro demolisce in un’analisi per punti il patto firmato dal governo di cui era ministro. E dice che l’economia greca non si riprenderà con la firma. Poi paragona la decisione al golpe dei colonnelli ad Atene

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Yanis Varoufakis esce allo scoperto e dopo l’intervista a NewStatesman in cui parlava del suo piano B per la Grexit che a suo dire voleva mettere su dopo il referendum ma che Syriza gli ha bocciato (provocando così le sue dimissioni), in un post sul suo blog dice cosa pensa dell’accordo firmato da Alexis Tsipras all’Eurosummit finito lunedì mattina. Varoufakis premette di non essere ancora riuscito a sentire il premier e il ministro dell’Economia Euclides Tsakalotos e poi tira fuori tutto il suo dissenso in nove punti.

  • Varoufakis paragona l’accordo di ieri a un nuovo patto di Versailles, ovvero il trattato che concluse la prima guerra mondiale. Varoufakis avverte di aver anche già usato questo paragone in occasione del primo “salvataggio” – le virgolette sono sue – della Grecia
  • Poi dice che una decisione che ha minato così alle basi l’architettura dell’Unione Europea non era mai stata presa prima dall’UE
  • Il progetto di Europa come comunità di popoli, aggiunge Varoufakis citando Krugman, viene così irrimediabilmente ferito
  • Varoufakis poi torna a citare Kaldor e l’errore di aver previsto un’unione economica senza una guida politica e Dahrendorf che segnalava che l’unione economica avrebbe finito per danneggiare qualsiasi speranza di unione politica.
  • – L’ex ministro aggiunge che quella che la Grecia ha firmato è né più né meno che una dichiarazione di resa. E che il testo è stato concepito come una dichiarazione che attestasse che la Grecia acconsente a diventare un vassallo dell’Eurogruppo
  • – Varoufakis dice che l’intesa serve solo all’umiliazione della Grecia, e che le riforme richieste non hanno senso dal punto di vista economico
  • – In più, sottolinea, la decisione provoca di per sé l’annullamento della sovranità nazionale di Atene

 
Infine l’ex ministro scrive i suoi due punti più corposi. Il vertice dei leader dell’area euro è stato “a dir poco il culmine di un colpo di Stato. Probabilmente – scrive Varoufakis nel suo blog – la maggiore differenza economica è che mentre nel 1967 le proprietà pubbliche non vennero prese di mira, nel 2015 i poteri che si muovono dietro il golpe hanno chiesto la cessione di tutte le proprietà pubbliche rimanenti, in modo da metterle a disposizione del rimborso di un debito pubblico insostenibile e non pagabile”. “Gli europei, anche quelli a cui della Grecia non importa un accidenti, faranno bene a stare attenti”. Varoufakis non anticipa come voterà in parlamento sui provvedimenti che verranno presentati dal governo. Molta energia viene spesa da parte dei media sulla questione se i termini della resa attraverseranno Parlamento greco, e in particolare sul fatto che i parlamentari come me sarà rigare dritto e votare a favore della normativa in materia. Non credo che questo è il più interessante di domande. La domanda cruciale è: L’economia greca qualche possibilità di recupero in questi termini? Questa è la domanda che mi preoccupare durante le sessioni parlamentari che seguono nelle prossime ore e giorni. La più grande preoccupazione è che anche una resa completa da parte nostra porterebbe a un aggravarsi della crisi senza fine. Secondo lui in questi giorni i media dedicano molta attenzione a discutere sul sé “i termini di questa resta” verranno approvati dal Parlamento greco sul come voteranno parlamentari come lo stesso ex ministro. “Non penso che sia la questione più rilevante. La questione cruciale è: l’economia greca ha una qualsivoglia possibilità di riprendersi in base a questi termini? Questo è l’aspetto di cui mi preoccuperò durante il voto. La maggiore preoccupazione è che perfino una resa totale da parte nostra porterebbe ad un peggioramento di questa crisi senza fine”.

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