Fact checking
Cosa ha detto davvero Donald Trump su Salvini
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2016-06-01
La Lega si erge compatta contro Repubblica per la notizia dell’intervista in cui il candidato alla Casa Bianca ha detto di non aver incontrato Salvini. Vediamo cosa c’è scritto nell’intervista e diamo una probabile spiegazione dell’accaduto
In mattinata la Lega Nord è entrata in fibrillazione per l’articolo di Repubblica che parlava di Donald Trump e Matteo Salvini: molti hanno parlato di storia inventata da parte di Repubblica. In realtà, come ha correttamente raccontato Zampaglione, l’intervista di cui si parla nell’articolo di Repubblica è stata pubblicata soltanto oggi da HollyWood Reporter.
Salvini e Trump: la verità
Nell’articolo di Repubblica, infatti, si pubblicava in prima pagina proprio la foto di Salvini e Trump insieme, notando che era Trump a negare che l’incontro con Salvini fosse avvenuto e non mettendolo in dubbio, ma ipotizzando una spiegazione per quanto detto da Trump (che ha negato di aver incontrato Salvini, ricordiamolo):
Il sospetto? Che Salvini si fosse quasi “intrufolato” in quella manifestazione e che Trump lo avesse poi confuso con uno dei tanti ammiratori.Un’altra ipotesi, forse più credibile, ma non per questo meno sorprendente, è che Trump abbia semplicemente negato l’incontro per motivi di pura convenienza politica. «Non ha alcun vantaggio nel valorizzare i legami con Le Pen o Salvini», spiega Wolff a Repubblica: «La ragione? Anche questi leader europei sono considerati come degli “stranieri” dalla base elettorale di Trump, che rimane xenofoba e non ha alcun interesse nei rapporti internazionali del suo leader».
L’intervista in cui Trump nega di conoscere Salvini secondo Repubblica è stata pubblicata su The Hollywood Reporter e nel testo in effetti Trump nega di averlo incontrato. L’intervista è di Michael Wolff, autore di una biografia di Murdoch e considerato non ostile ai Repubblicani (e anche molto criticato). Dice anche di non vedere particolari somiglianze tra la sua politica e i leader come Salvini, ed è evidente – Wolff o spiega benissimo – che Trump sta negando l’evidenza (ovvero: di aver incontrato Salvini) per ragioni di calcolo elettorale: ritiene che questo gli faccia guadagnare voti.
La stessa cosa era già successa con David Duke, ex dirigente del Ku Klux Klan: Duke aveva definito Trump un baluardo contro la corruzione che impera negli Stati Uniti, lo aveva elogiato per la politica sui migranti e lo aveva quindi incoraggiato a far sospendere “l’influenza dei gruppi di origine ebraica sulla politica americana”: tipiche dichiarazioni ambiguamente razziste di cui venne chiesto conto a Trump durante un’intervista alla CNN. Lui disse di non conoscere Duke, in risposta a una domanda che gli chiedeva di dissociarsi da lui; una risposta interlocutoria che qualche tempo dopo Trump trasformò nella definizione di “bad person” per Duke. Nei confronti di Salvini potrebbe quindi essere successa semplicemente la stessa cosa. Come tra l’altro ipotizzato nell’articolo di Repubblica, a cui si può rimproverare solo la malizia di aver adombrato l’ipotesi che Salvini si fosse “imbucato” (abbastanza impossibile soprattutto dal punto di vista tecnico) prima di dire che è più probabile che sia andata in tutt’altro modo. È quindi evidente (d’altro canto ci voleva fantasia a metterlo in dubbio) che l’incontro tra Trump e Salvini era stato preparato con tanti scambi di mail tra i rispettivi staff, che Salvini ha effettivamente incontrato Trump… e che Trump ha negato di aver incontrato Salvini. Per motivi di convenienza politica. Nessun complotto dei giornali, neanche stavolta.