“Putiniano a me?”, la risposta di Corrado Augias al nuovo elenco sui presunti “disinformatori filo-russi”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-06-30

Il nome del giornalista e scrittore è apparso in un documento discusso a Montecitorio

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Un report dal titolo “Disinformazione sul conflitto russo-ucraino” è stato presentato, nei giorni scorsi, a Montecitorio. Si tratta di un documento di analisi massmediologica redatto dalla FIDU (Federazione Italiana dei Diritti Umani) e da Open Dialogue. Le due associazioni hanno monitorato i contenuti trasmessi soprattutto in televisione in merito alla guerra iniziata all’alba del 24 febbraio con l’invasione decisa dal Cremlino. Un approfondimento che ha scandagliato anche tra i vari ospiti delle diverse trasmissioni. E tra i nomi inseriti nell’elenco è comparso, un po’ a sorpresa, anche quello di Corrado Augias.

Corrado Augias e il suo nome nella lista dei disinformatori filo-russi

La lista è piuttosto densa e variopinta. Oltre ai nomi noti (come Alessandro Orsini, Toni Capuozzo e Donatella Di Cesare), troviamo anche indicati Sigfrido Ranucci, il regista Oliver Stone ed Eva Giovannini. Poi Corrado Augias. Per quale motivo? È scritto in quel documento presentato a Montecitorio. Nel corso della puntata di “Rebus” andata in onda il 27 febbraio su Rai 3, il giornalista aveva dibattuto con Alessandro Barbero sulle cause dell’invasione russa, cercando di contestualizzarle storicamente e ideologicamente.

“Nell’azione di Putin oltre alle ragioni di potere e sicurezza, c’è anche una componente spirituale che riguarda la Russia, la “russicità”. Kiev nasce 800 anni prima di Mosca, è la culla di quella che si chiamava Rus’ […]. La calamita del mondo occidentale è forte, dall’altra parte c’è la calamita della vecchia anima russa, quel popolo si è comportato in maniera schizofrenica e capisco anche che Putin possa coltivare l’idea di riunire le tre grandi nazioni slave (Bielorussia, Russia e Ucraina) in un sogno panrusso […]. Si vede la differenza tra un uomo che è stato un uomo politico e ai servizi (Putin) e che ha profondamente radicato in sé il senso dell’anima russa, quel cristianesimo è molto più intenso del cristianesimo romano barocco […]. Putin che è un autocrate deve rinunciare non soltanto a una mira politica e di confini. Gli americani quando ci fu l’ipotesi di piazzare missili a Cuba o l’ipotesi che il Cile diventasse socialista, hanno fatto in modo che questo non avvenisse. Ognuno difende il suo dominio, i suoi confini, le porte di casa”.

Questa serie di dichiarazioni hanno portato all’inserimento del nome di Corrado Augias nell’elenco degli attori della disinformazione sul conflitto tra Russia e Ucraina. Ma lo scrittore e giornalista ha voluto rispondere – con un articolo pubblicato oggi sul quotidiano La Repubblica – a questa accusa che, ovviamente, respinge al mittente:

“Questa l’accusa nei miei confronti contenuta in un documento presentato in sede parlamentare. Cadono le braccia […]. Ho detto che bisogna anche tenere presenti le ragioni storiche che possono aver motivato il dittatore russo nella sua aggressione all’Ucraina. È evidente che anche un tiranno come Putin avrà avuto bisogno di trovare ai suoi stessi occhi una qualche giustificazione all’aggressione e ai crimini che ne sono derivati”.

Augias, dunque, respinge al mittente quell’accusa contenuta nel documento presentato a Montecitorio e respinge fortemente l’etichetta di putiniano, spiegando che quelle parole oggetto dell’analisi siano solamente un tentativo di dare un contesto all’azione delittuosa commessa e perpetrata da mesi da Vladimir Putin.

(Foto/IPP/Gioia Botteghi)

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