Coronavirus: lo studio sul vaccino per la tubercolosi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-27

Il Murdoch Children’s Research Institute di Melbourne ha reso noto che i suoi ricercatori in malattie infettive hanno avviato uno studio clinico multicentrico randomizzato e controllato sul vaccino detto Bacille Calmette-Guerin o BCG. Il processo è approvato dall’OMS

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Un vaccino vecchio di un secolo, usato per prevenire la tubercolosi, è in via di sperimentazione su migliaia di medici e infermieri in Australia, nel tentativo di proteggere dal contagio chi opera in prima linea nella crisi del coronavirus. Il Murdoch Children’s Research Institute di Melbourne ha reso noto che i suoi ricercatori in malattie infettive hanno avviato uno studio clinico multicentrico randomizzato e controllato sul vaccino detto Bacille Calmette-Guerin o BCG, precisando che il processo è stato approvato dal direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom.

Il Coronavirus e lo studio sul vaccino per la tubercolosi

Guidato dal professor Nigel Curtis, direttore del gruppo di ricerca sulle malattie infettive dell’Istituto, lo studio si basa su ricerche precedenti che hanno dimostrato come il BCG riduca il livello di virus in persone infettate da virus simili al SARS-CoV-2. La sperimentazione di sei mesi coinvolgerà 4000 operatori sanitari in Australia, a metà dei quali non verrà somministrato. I ricercatori sperano di ottenere indicazioni della sua efficacia entro tre mesi, nel qual caso il campione sarà esteso. A differenza dell’emisfero settentrionale, l’Australia affronterà il coronavirus nella stagione dell’influenza invernale, il che potrà fornire più dati agli studiosi. Il BCG è stato usato per la prima volta nel 1921 per inoculare i bebè contro la tubercolosi, in un’iniziativa rivoluzionaria che salvò la vita a milioni di persone. Sebbene originariamente sviluppato contro la tubercolosi, è ancora somministrato a oltre 130 milioni di bambini ogni anno. Il BCG, che è prodotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità su scala mondiale ed è prontamente disponibile, ha dimostrato di rafforzare anche l’immunità “di prima linea” umana, permettendo di rispondere ai germi con maggiore intensità.

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Coronavirus 2019-nCov: i sintomi e il contagio (Il Messaggero, 31 gennaio 2020)

Intanto uUna nuova tecnica per ottenere in modo più veloce e preciso il sequenziamento completo del genoma del SARS-COV-2 è stata utilizzata all’Istituto per le Malattie Infettive Spallanzani di Roma e i dati confermano che, pur presentando la capacità di variare, in generale il genoma del virus è stabile. Ciò, “aumenta la probabilità che i futuri vaccini possano avere un tasso di efficacia più elevato”, afferma Maria Rosaria Capobianchi, direttrice del Laboratorio di Virologia dell’Istituto. Finora sono oltre 1700 i sequenziamenti del genoma del Sars-Cov-2 effettuati nel mondo e depositati sulla banca dati internazionale: un lavoro importantissimo perché più numerose sono le sequenze complete del virus, meglio si riesce a tracciarne la traiettoria evolutiva, individuare possibili varianti più patogene, monitorare l’affidabilità dei metodi diagnostici, identificare i target per un potenziale vaccino e tracciare le catene di trasmissione. Ma il direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Tedros Adhanom Ghebreyesus, in conferenza stampa a Ginevra, ha spiegato oggi che per un vaccino ci vorranno almeno 18 mesi: “Chiediamo alle persone e ai paesi – ha aggiunto – di astenersi dall’utilizzare terapie che non hanno dimostrato di essere efficaci nel trattamento di Covid-19. La storia della medicina è disseminata di esempi di farmaci che hanno funzionato su carta o in provetta, ma non hanno funzionato nell’uomo o erano dannosi”.

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