Coronavirus: la paura per il picco al Sud in arrivo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-16

Lopalco: «Tra Nord e Sud c’è un intervallo di una manciata di giorni. Noi speriamo che l’ondata arrivi qui quando al Nord si è già allentata la morsa. Se si liberano risorse al Nord, possono essere spostate al Sud». Ma c’è un problema: dall’8 marzo si sono autodenunciati 20 mila pugliesi rientrati a casa. Emiliano stima che siano almeno 30 mila i rientri reali

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Il Sud aspetta e trema per il picco di contagi di Coronavirus in arrivo. Non si tratta di un’ipotesi ma di una certezza dopo i viaggi dei meridionali che sono tornati nel Mezzogiorno dalle regioni del Nord dove COVID-19 e SARS-COV-2 erano in circolazione ormai da tempo. Tutto è partito dalla Lombardia la notte del 7 marzo, quando la decisione di chiudere la Regione ha scatenato una fuga di una massa di emigranti di ritorno, stimata in almeno 100 mila persone. Una marea arrivata a destinazione ma i cui effetti, attesi a giorni, potrebbero mettere in ginocchio il Meridione d’Italia, già afflitto da una malattia cronica, la malasanità, che la rende più fragile di fronte a un’eventuale impennata della malattia.

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Coronavirus: la situazione nelle regioni del Sud (Corriere della Sera, 16 marzo 2020)

Spiega oggi il Corriere della Sera che le regioni del Centro e del Sud più colpite sono le Marche, con 1.133 contagiati e 98 persone in terapia intensiva. E la Puglia, soprattutto per la progressione: in un giorno l’aumento dei contagi è stato del 38% e il numero dei decessi è raddoppiato, da 8 a 16. Nel Lazio il maggior numero di contagiati del Centro-Sud: sono 396.

Lopalco, il virologo nominato da Emiliano a capo del coordinamento regionale, spiega: «Tra Nord e Sud c’è un intervallo di una manciata di giorni. Noi speriamo che l’ondata arrivi qui quando al Nord si è già allentata la morsa. Se si liberano risorse al Nord, possono essere spostate al Sud». Ma c’è un problema: dall’8 marzo si sono autodenunciati, e sono finiti in quarantena, 20 mila pugliesi rientrati a casa. Emiliano stima che siano almeno 30mila i rientri reali: «Siamo in grado di gestire fino a 2.000 contagi e 200 persone in rianimazione. Teniamo solo fino a lì».

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Coronavirus: la situazione nelle regioni del Sud (Corriere della Sera, 16 marzo 2020)

I numeri sono impietosi, soprattutto nelle Marche. Il Gores ha comunicato i dati aggiornati a mezzogiorno di oggi: salgono a 1.133 i casi positivi su 2.946 campioni testati. Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 235 casi positivi in più su 385 campioni effettuati ed è l’incremento giornaliero più alto registrato dall’inizio dell’emergenza Coronavirus. Negli ultimi 4 giorni l’aumento e’ stato rispettivamente di 113, 133, 174 e, appunto, 235 casi al giorno. Attualmente dei 1.133 pazienti positivi 468 si trovano in isolamento domiciliare, 521 sono ricoverati in reparti non di terapia intensiva mentre 98 sono ricoverati in terapia intensiva (25 all’ospedale di Pesaro di Marche Nord, 22 all’ospedale Torrette di Ancona, 3 a Senigallia, 6 a Fermo, 7 a San Benedetto, 5 a Civitanova Marche, 6 a Jesi, 3 a Urbino, 18 a Camerino e 3 all’Inrca). Pesaro Urbino continua ad essere la provincia più colpita con 712 casi positivi (+121), seguita da Ancona con 267 casi (+52), Macerata con 94 (+36), Fermo 36 (+14) ed Ascoli Piceno (+7). Le persone in isolamento domiciliare a scopo precauzionale sono 3.458 (+607) di cui 3020 asintomatici e 438 con sintomi: 1.479 a Pesaro Urbino, 934 ad Ancona, 517 a Macerata, 322 a Fermo e 206 ad Ascoli Piceno. Tra le persone in isolamento domiciliare anche 392 operatori sanitari. I decessi, in attesa dell’aggiornamento odierno, sono 46.

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