La storia del Coronavirus che si ferma sull’asfalto e le scarpe da lasciare fuori casa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-16

Walter Ricciardi risponde così a Barbara D’Urso che ieri ha lanciato il domandone tratto da un audio su Whatsapp che parla del Coronavirus che si ferma sulle superfici come l’asfalto e sul consiglio di lasciare le scarpe fuori di casa

article-post

«Non c’è alcuna evidenza scientifica che il Coronavirus rimanga sull’asfalto. Neanche la disinfezione delle strade ha una valida scientificità perché il virus si trasmette dall’interazione fisica tra due persone e con le mani: si toccano oggetti e passa il virus»: Walter Ricciardi risponde così a Barbara D’Urso che ieri ha lanciato il domandone tratto da un audio su Whatsapp che parla del Coronavirus che si ferma sulle superfici a meno che non vengano disinfettate.

coronavirus asfalto scarpe fuori di casa

Superfici come l’asfalto, specifica la conduttrice, dicendo che se ci si cammina con le scarpe si porta il virus a casa.

Gianluigi Nuzzi interviene nel dibattito citando Silvio Brusaferro dell’Istituto Superiore di Sanità che spiega che secondo le ricerche il virus può sopravvivere da qualche ora a qualche giorno se rimane su superfici non protette e non pulite: “Io le scarpe le tengo fuori dalla porta”, dice il giornalista durante il suo intervento. Ricciardi risponde: “E chi ha detto il contrario?

E Ricciardi conclude sulla disinfezione: è un’altra cosa estremamente importante e siamo tutti d’accordo che vada fatta.

Più in dettaglio, spiega oggi il Corriere della Sera, Brusaferro ha detto che non solo una costante pulizia con disinfettanti, ma anche gli agenti atmosferici — sole e pioggia — possono abbattere la presenza del coronavirus sugli oggetti. Una malattia che tuttavia «è altamente improbabile»,secondo Brusaferro, possa essere trasmessa «con i cibi confezionati, anche se non si può escludere». Per Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano, l’audio è una fake news, «perché la carica virale in quel caso è irrisoria».

Ma i dubbi restano. Anche perché finora nessuno ha smentito in maniera definitiva due studi, uno tedesco e l’altro cinese, sulla persistenza del virus fino a 9 giorni su acciaio, plastica e vetro, e sulla distanza di sicurezza fra persone a quattro metri e mezzo,con carica virale attiva per mezz’ora. Casi forse rari, comunque contestati dagli studiosi italiani, a cominciare dal responsabile delle Malattie infettive dell’Iss Giovanni Rezza, secondo il quale la via del contagio rimane quella respiratoria e non da superfici contaminate. È comunque fondamentale, riprende Brusaferro, «garantire un’igiene adeguata delle mani e di quello che viene toccato».

“Ad economisti che in tutto il mondo si preoccupano per il ‘dopo’ direi che bisogna occuparsi dell’immediato perché in questa pandemia si ammalano tutti, inclusi i giovani e gli operatori sanitari, e muoiono molti, questo è un evento che cambierà il mondo, necessari nuovi schemi”, aveva sottolineato in mattinata in un tweet lo stesso Ricciardi, membro del comitato esecutivo dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza per l’emergenza coronavirus.

Leggi anche: La storia della foto del vagone cisterna ferroviario con la sigla COVID-19

Potrebbe interessarti anche