Coronavirus: perché è necessario ritardare il picco

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-04

Ben Cowling, epidemiologo ed esperto di statistica medica all’Università di Hong Kong, spiega oggi a Repubblica perché è fondamentale «ritardare il picco dell’epidemia, ridurre l’altezza del picco stesso e distribuire i contagi su un intervallo di tempo il più ampio possibile»

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Ben Cowling, epidemiologo ed esperto di statistica medica all’Università di Hong Kong, spiega oggi a Repubblica perché è fondamentale «ritardare il picco dell’epidemia, ridurre l’altezza del picco stesso e distribuire i contagi su un intervallo di tempo il più ampio possibile». Cowling ha appena firmato, insieme a colleghi della sua università, uno studio che passa in rassegna le misure di “distanziamento sociale” che si usano per contrastare le epidemie di influenza: isolamento dei malati, ricostruzione dei loro ultimi contatti, quarantena per chi è stato in contatto con persone malate, chiusura delle scuole, chiusura degli uffici e l’invito a evitare i luoghi affollati. In tempi di coronavirus quello studio è stato rilanciato con grande evidenza dalla principale istituzione Usa in fatto di lotta ai virus letali, i Centers for Diseases Control. Intanto il governo italiano ha varato nuove regole per fronteggiare l’emergenza.

E allora a cosa serve mettere in campo la quarantena, l’isolamento, la chiusura delle scuole?
«A rallentare l’epidemia e distribuire i contagi su un periodo di tempo più ampio. La pandemia di Covid-19 sta innescando un travolgente aumento della domanda di servizi sanitari. Questo provocherà problemi non solo per chi ha contratto l’infezione, ma anche per i malati di cancro che hanno bisogno di chemioterapia o chirurgia, o i diabetici che hanno bisogno di dialisi. L’impatto sulla salute rischia di essere ben più alto rispetto al solo numero dei contagi».

Delle misure prese in considerazione ce ne sono alcune più efficaci di altre?
«Dipende dalle infezioni. Per la normale influenza la chiusura delle scuole è forse la più efficace. Per il Covid-19 potrebbero essere l’isolamento e la quarantena. Mettere in quarantena a casa le persone può interrompere la catena di contagi, perché le esclude dalla società finché non si ha la certezza che non siano infette. In Cina è stato fatto con rigore dalle autorità locali, usando persino la geolocalizzazione dei cellulari per controllare gli spostamenti. In Europa la quarantena in genere è volontaria e più difficile da far rispettare».

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Coronavirus: a cosa serve ritardare il picco (La Repubblica, 4 marzo 2020)

E i cordoni sanitari intorno ai singoli focolai, con posti di blocco di polizia ed esercito?
«L’idea è quella di impedire ai contagiati di una certa area di diffondere l’infezione anche in altre città. Ma dubito che sia una misura efficace, visto che ormai è probabile che ci siano contagiati in ogni regione d’Italia, solo con un numero inferiore di infezioni rispetto alla Lombardia».

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