Coronavirus: l’indagine per epidemia colposa a Bari

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-17

Una partoriente, poi risultata positiva a SARS-COV-2, non ha dichiarato di provenire dall’Emilia-Romagna. Un operatore sociosanitario è malato di COVID-19, altre due persone in isolamento domiciliare

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La Procura di Bari ha aperto un’indagine per diffusione colposa di epidemia e falso in cartella clinica a carico di una partoriente, poi risultata positiva al Coronavirus SARS-COV-2 e a COVID-19, ricoverata nella clinica Mater Dei che, stando alla denuncia di tre persone venute in contatto con lei, avrebbe omesso di comunicare che proveniva dall’Emilia-Romagna. L’inchiesta è nata dalla denuncia di un’infermiera e un operatore socio sanitario della ginecologia dove era ricoverata la donna e da un’altra partoriente in stanza con la donna.

Coronavirus: l’indagine per epidemia colposa a Bari

L’infermiera e l’altra partoriente hanno denunciato di essere state esposte a rischio contagio e di trovarsi, per questo, attualmente in quarantena domiciliare. L’OSS, invece, è già risultato positivo al tampone del coronavirus. I fatti denunciati risalgono al 7 marzo scorso. La partoriente, tornata da Parma per partorire a Bari nella clinica dove lavora sua madre, non avrebbe tempestivamente informato il personale della struttura di provenire dal Nord Italia. Sarebbe stata quindi in contatto per ore con il personale sanitario privo delle necessarie misure di sicurezza anti-contagio e ricoverata in stanza con un’altra partoriente. Con l’insorgenza dei primi sintomi e dopo aver rivelato la provenienza dall’Emilia Romagna, sarebbe stata sottoposta a tampone risultando positiva.

clinica mater dei bari coronavirus

L’infermiera denunciante lo ha appreso il 9 marzo e si è messa in auto-quarantena con tutta la famiglia. Stessa cosa ha fatto l’altra partoriente. L’operatore ausiliario, invece, poi risultato positivo al coronavirus, lo avrebbe appreso solo l’11 marzo. I tre querelanti sono assistiti dall’avvocato Fabio Campese. La partoriente denunciata, difesa dall’avvocato Daniela Castelluzzo, ha dichiarato nei giorni scorsi che “non corrisponde al vero di aver taciuto di provenire da Parma e di aver provveduto a prendere tutte le accortezze necessarie”. Nella stessa clinica altre sei persone, un medico e cinque infermieri, sono risultati poi positivi al tampone ma non ci sono al momento elementi per poter collegare questi ulteriori contagi al caso della partoriente. Nel frattempo sono stati chiusi il pronto soccorso e ginecologia del Mater Dei per sanificare gli ambienti. Intanto a Trani dalle prime ore della giornata sono attivi i varchi di filtraggio che ho disposto lungo le linee di comunicazione con le altre città. Sono presidiati dagli agenti della polizia locale e dai volontari del centro operativo comunale di protezione civile. “Ribadisco: non ho chiuso Trani ma ho semplicemente predisposto un piano di controlli come si conviene in una città civile e organizzata. Non avete idea di quanta gente, vedendo i posti di blocco, è tornata indietro perché evidentemente non aveva una necessità impellente di entrare in città”, scrive sui social il sindaco di Trani, Amedeo Bottaro, avvertendo che i varchi montati nella serata di ieri sono attivi e presidiati. “Grazie ai varchi – sottolinea – abbiamo identificato e segnalato più di una persona proveniente da fuori regione che non aveva la minima idea di doversi mettere in quarantena”.

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