Coronavirus: i pazienti dimessi ma ancora contagiosi in Lombardia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-28

Degli 8.001 dimessi in tutto, dl 21 febbraio, il 30% – circa 2.400 persone – ha sì lasciato l’ospedale, ma è stato re-indirizzato verso gli hospice, le strutture per le cure palliative e l’assistenza ai malati terminali, e verso residenze sanitarie assistenziali, le case di riposo, presenti in tutta la regione

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I numeri della Lombardia non fanno paura soltanto per i contagiati dal Coronavirus SARS-COV-2 e da COVID-19. Adesso bisogna avere paura anche dei dimessi, spiega oggi Il Fatto Quotidiano in un articolo a firma di Maddalena Oliva e Natascia Ronchetti:  degli 8.001 dimessi in tutto, dl 21 febbraio, il 30% – circa 2.400 persone – ha sì lasciato l’ospedale, ma è stato re-indirizzato verso gli hospice, le strutture per le cure palliative e l’assistenza ai malati terminali, e verso residenze sanitarie assistenziali, le case di riposo, presenti in tutta la regione.

A lanciare l’allarme qualche giorno fa era stato Marco Agazzi, presidente Snami-medici di famiglia di Bergamo. “Poiché negli ospedali bisogna liberare posti letto –a ve va detto al Fatto–i pazienti Covid convalescenti vengono mandati nelle strutture per gli anziani, col rischio che queste diventino a loro volta dei focolai”. Per lo più si tratta di pazienti Covid “clinicamente guariti”. Vale a dire senza più sintomi come tosse, febbre, mal di gola. Questo però non significa che “guariti”in effetti lo siano. “Noi non sappiamo se hanno ancora una carica virale”, spiega Agazzi. Per averne certezza,è necessario eseguire due tamponi a distanza di 24 ore l’uno dall’altro e, entrambi, devono risultare negativi (con esito validato dall’Istituto superiore di sanità). Ma sappiamo che coi tamponi, visti i numeri dell’emergenza, In Lombardia non si riesce a star dietro ai “sospetti” Covid, figurarsi ai pazienti dimessi.

coronavirus numeri lombardia 28 marzo
Coronavirus: i numeri del 27 marzo in Lombardia (fonte dati)

Proprio con il rischio di essere potenzialmente ancora contagiosi i pazienti Covid dimessi dagli ospedali varcano la soglia di altre strutture sociosanitarie. E – stando anche al dato confermato dallo staff dell’assessore Gallera –succede per un dimesso su tre.

La strada per liberare posti letto del resto è tracciata. Lo ha deciso la giunta del governatore Attilio Fontana di fare ricorso alla rete degli hospice. Con una delibera del 23 marzo che stabilisce, con “ulteriori determinazioni in ordine all’emergenza Coronavirus”, l’istituzione di un supporto di cure palliative, “per la presa in carico dei pazienti Covid complessi, cronici e fragili”sia in ambito domiciliare, sia attraverso l’attivazione di percorsi di consulenza.

I nuovi ricoveri per questi pazienti –nella maggioranza dei casi tutti over 75 –sono già scattati, come conferma la case di cura Domus Salutis di Brescia. Assieme all’istituto Maugeri e a una struttura della Fondazione Don Gnocchi hanno preso in carico i pazienti Covid dimessi a Brescia, una delle zone più colpite dal virus. “Ci sono due tipologie di trattamento: quella domiciliare e quella in reparto”, spiega Luigi Leone, direttore sanitario della Domus Salutis. “Parliamo di pazienti che possono essere ancora contagiosi e quindi dobbiamo attrezzarci per garantire la tutela dell’operatore sanitario e per assicurare l’assistenza adeguata. Arrivano tutti da ospedali pubblici che devono essere alleggeriti. Noi abbiamo separato i percorsi di accesso per non ripetere gli errori che sono stati fatti in passato dai pronto soccorsi, ma dobbiamo stare molti attenti. Nelle Rsa o in altre strutture sociosanitarie è già entrato qualcuno infettato: ed è stata una strage”.

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