Coronavirus: anche i giovani nelle terapie intensive

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-10

A oggi di circa 400 ricoverati negli ospedali lombardi dall’inizio dell’emergenza, il 20 febbraio, sono state estubate al massimo un paio di persone: di certo solo il ‘paziente 1’ e una donna ricoverata nei primissimi giorni

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Mentre qualche fessacchiotto va in giro a dire che il Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19 colpiscono solo gli anziani, anche i giovani finiscono nelle terapie intensive degli ospedali. Marco Pasciuti sul Fatto di oggi racconta che al San Raffaele di Milano è ricoverato un ragazzo di appena 18 anni. E in altre strutture del capoluogo lottano tra la vita e morte diversi 20enni.ù

“IL 35% DELLE PERSONE ricoverate in terapia intensiva ha meno di 65 anni”, spiega al Fat toCristina Mascheroni, presidente regionale dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri, poco prima che Giulio Gallera dirami le cifre del Pirellone: la maggior parte di questi, ha fatto sapere l’assessore al Welfare lombardo, “ha tra i 50 e i 64 anni, sono persone in forma che non hanno un fisico debilitato”ma che a causa del coronavirus e dei problemi polmonari che provoca vanno “intubati.” Otto su 100 hanno tra i 25 e i 49 anni. “La questione non è mai stata troppo affrontata –spiega Mascheroni –ma è sempre stata la stessa. Non dimentichiamo che il cosiddetto ‘paziente 1’ soccorso a Codogno ha 38 anni ed è un giovane sportivo che aveva appena fatto una maratona, quindi una persona sana”.

E che Ivo Cilesi, il medico che curava i malati di Alzheimer a Cene, in provincia di Bergamo, aveva 61 anni. “Fin dall’inizio questo virus ha colpito anche i 40enni e i 50enni –prosegue Mascheroni –. Non si è mai puntato troppo l’attenzione su questo fatto perché la maggior parte degli ammalati sono anziani e muoiono solo quelli con comorbidità, quelli cioè affetti da più patologie. Una circostanza che, però, non esclude che il giovane senza nessuna malattia associata possa essere colpito”. A confermarlo sono i dati ufficiali: su 8.342 casi positivi fino a ieri mattina, fa sapere l’Istituto superiore di sanità, “l’1,4% ha meno di 19 anni, il 22,0% è nella fascia 19-50, il 37,4% tra 51 e 70 e il 39,2% ha più di 70 anni.”

numeri coronavirus 10 marzo 2020

Servirà del tempo per valutare le risposte alla terapia intensiva:

“È presto – prosegue la dottoressa –a oggi di circa 400 ricoverati negli ospedali lombardi dall’inizio dell’emergenza, il 20 febbraio, sono state estubate al massimo un paio di persone: di certo solo il ‘paziente 1’ e una donna ricoverata nei primissimi giorni. Il ricovero di questo quadro polmonare è di circa tre settimane e stiamo arrivando adesso alla fine della terza. E ciò non vuol dire che non si arriverà anche alla quarta. E parliamo solo di chi sopravvive, perché i pazienti con comorbidità sono morti”. Tradotto: si rischia di restare intubati per più di 20 giorni: “Intubati o comunque attaccati a una macchina che faciliti la respirazione, che è il ventilatore. Spesso il processo avviene attraverso un tubo, ma in molti casi si pratica la tracheotomia”.

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