Fact checking
Il rimedio di Bolsonaro per il Coronavirus: trasmettere il bollettino quando nessuno guarda la tv
neXtQuotidiano 06/06/2020
Ieri il presidentissimo ha imposto che il bollettino passi alle ore 22, mentre il paese è al terzo posto per morti in tutto il mondo. Ed è anche caduto mentre presenziava (senza mascherina) all’inaugurazione di un nuovo ospedale
Il Brasile da ieri è al terzo posto (dopo Usa e Gran Bretagna) per lutti: ieri 1.473 vittime (34.021 morti in tutto). E allora il presidente Jair Bolsonaro corre ai ripari, imponendo che il bollettino del Coronavirus SARS-COV-2 e di COVID-19 passi in seconda serata, dalle ore 19 alle 22 (saltando i telegiornali più seguiti).
Il rimedio di Bolsonaro per il Coronavirus: trasmettere il bollettino quando nessuno guarda la tv
Di più: ieri Bolsonaro ha minacciato ieri di ritirare il suo Paese dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), come fatto dal suo omologo americano Donald Trump, accusandola di “pregiudizi ideologici”. “Gli Stati Uniti hanno lasciato l’Oms e noi stiamo pensando di farlo, in futuro. O l’Oms lavora senza pregiudizi ideologici, o lo lasceremo anche noi. Non abbiamo bisogno di estranei che esprimano giudizi sulla nostra salute”, ha detto Bolsonaro ai giornalisti a Brasilia. Durante tutta la crisi del coronavirus, come Trump anche il presidente del Brasile ha minimizzato la gravità della malattia esortando a mantenere una vita normale e lodando l’efficacia di un trattamento che divide gli scienziati come l’idrossiclorochina.
Ieri ha partecipato all’inaugurazione di un ospedale da campo ad Aguas Lindas de Goias, a 45 km da Brasilia. Il capo dello Stato che non indossava la mascherina di protezione – riferiscono i media locali – è scivolato cadendo a terra mentre si dirigeva verso il luogo della cerimonia. La struttura è stata la prima ad essere costruita dal governo federale, che ne ha poi passato la gestione all’amministrazione statale. Il governo di Goias ha attrezzato i posti letto, che saranno utilizzati dai pazienti della regione affetti da Coronavirus.
«Prima o poi tutti moriamo»
“Mi dispiace per chi è morto”, ha detto questa settimana in un altro dei suoi commenti che ha fatto polemica, “ma è il destino di tutti”. Poco prima della pubblicazione dei dati sull’andamento dell’epidemia, Bolsonaro ha difeso la sua linea, attaccando le restrizioni e il distanziamento sociale e non menzionando le vittime. “Non possiamo andare avanti cosi'”, ha ammonito, “l’impatto collaterale sara’ molto maggiore rispetto alla perdita di vite umane degli ultimi tre mesi”. Oltre il 70% delle città brasiliane ha registrato casi di Covid-19, con gli Stati sud-orientali di Rio e San Paolo colpiti in modo particolarmente grave. “Sono molto preoccupato”, ha ammesso il direttore dell’Istituto brasiliano per gli studi di salute pubblica, Miguel Lago, “vedremo gli ospedali collassare in quasi ogni Stato, penso che il peggio debba ancora arrivare”.
Per l’esperto, Bolsonaro ha una gran parte di responsabilità per la crisi che vive il Paese, causata dal suo “comportamento irresponsabile”. Per l’attivista Jose’ Manoel Ferreira Goncalves, che di recente ha denunciato il presidente brasiliano alle Nazioni Unite per i suoi presunti crimini contro l’umanità, la “vergognosa” risposta del presidente ha condannato il Paese “a una carneficina”. Intanto, la società civile brasiliana si sta mobilitando sempre di più attraverso petizioni online e manifestazioni “in difesa della democrazia”, come risposta alle richieste di “intervento militare” avanzate dai sostenitori del capo di Stato e dietro cui i movimenti sociali, i gruppi antifascisti e i partiti di opposizione temono ci sia un tentativo di golpe. Manifestazioni anti-governative sono state convocate per domenica 7 giugno.