“Coprifuoco alle 22 se i contagi non si fermano”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-10-16

“Il virus oggi circola in tutto il Paese” dice L’ISS e a livello nazionale l’indice di contagiosità Rt è di 1,17, calcolato sui casi sintomatici. In Campania fino al 30 ottobre sono state chiuse le scuole. Il coprifuoco nazionale alle 22 può essere una soluzione per arrrestare l’impennata del virus?

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Ormai ogni giorno il bollettino quotidiano sul Coronavirus segna un nuovo record di contagi giornalieri. Il report settimanale dell’ISS certifica che l’epidemia è entrata in fase acuta: “Il virus oggi circola in tutto il Paese” e a livello nazionale l’indice di contagiosità Rt è di 1,17, calcolato sui casi sintomatici. In Campania fino al 30 ottobre sono state chiuse le scuole. Il coprifuoco nazionale alle 22 può essere una soluzione per arrrestare l’impennata del virus?

“Coprifuoco alle 22 se i contagi non si fermano”

Il ministro per gli affari regionali Boccia, spiega il Corriere, ha parlato di attività sociali e culturali a rischio assembramento: si tratta di palestre, saloni di bellezza, cinema, teatri e sport di base. Potrebbero essere le prime a subire delle restrizioni per evitare un lockdown generale. Per il quotidiano, anche se il ministro della Salute Speranza dice di non esserne a conoscenza, una delle ipotesi messe dal governo sul tavolo a breve è quella della didattica a distanza nelle scuole superiori, unita al coprifuoco generale alle 22 per i locali e i cittadini:

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Nelle conversazioni riservate a margine del Consiglio europeo il capo dell’esecutivo non ha fatto che ripeterlo: «Chiudere tutto sarebbe troppo dannoso, proprio adesso che l’economia mostra segni di ripresa». Conte è «completamente contrario» e non vuole prendere in considerazione nemmeno l’ipotesi di un «reset» di quindici giorni, per far respirare il Servizio sanitario nazionale: «Una cosa che non esiste. Dobbiamo aspettare due o tre settimane per capire gli effetti delle misure attuali, dalla mascherina all’aperto al limite di sei ospiti a casa». Ragionando con scienziati, collaboratori e ministri, il premier si è però convinto a soppesare altre regole restrittive, sulla falsariga delle norme adottate in Francia. Il coprifuoco è una cosa che si sta valutando, ammettono a Palazzo Chigi, dove stanno arrivando molte pressioni dai cittadini per fermare quel che resta della «movida». Domani si riunirà il Consiglio dei ministri e se l’idea supererà le resistenze della parte più cauta del governo, un nuovo provvedimento potrebbe imporre a bar, ristoranti e altri pubblici esercizi di abbassare le saracinesche alle 22. E ai cittadini di uscire di casa oltre quell’ora

Quella del coprifuoco per scongiurare il lockdown è una soluzione che potrebbe piacere alle imprese? Il Messaggero riporta i dati del centro studi di Confindustria: «Nei mesi scorsi abbiamo stimato una perdita di Pil pari allo 0,8 per cento per ogni settimana di lockdown nazionale. Non è facile però in questo momento fare calcoli accurati sul costo di un’eventuale serrata natalizia perché non abbiamo un riferimento preciso sulla tipologia di lockdown che verrà eventualmente applicata nel caso si arrivasse a un tasso di contagio molto elevato. Sappiamo però che l’intensità dell’impatto sul Pil dipende dall’ampiezza e dal numero delle aree in cui vengono introdotte misure di contenimento delle attività e degli spostamenti delle persone, oltre che dalla quota di valore aggiunto territoriale suddiviso tra industria e servizi». Meglio agire con misure restrittive subito quindi, e evitare un lockdown natalizio:

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Un lockdown di Natale rischia di costare fino a sedici miliardi di euro a settimana. Per questo il governo vaglia in queste ora la possibilità d’introdurre una serrata per Halloween così da risparmiare dicembre, un mese chiave per l’economia tricolore. Il mondo delle imprese e del commercio preme affinché vengano messe in pista già da subito restrizioni ancora più severe per limitare i movimenti ma senza danneggiare le attività produttive fondamentali e solo se la situazione relativa ai contagi da Covid-19 dovesse peggiorare ulteriormente appaiono disposte a cedere a un nuovo lockdown, ma a ottobre o al limite a novembre. A quantificare il costo settimanale di una serrata ha provveduto il Centro studi di Confindustria che lo fissa in 0,8 punti percentuali di Pil

Se l’ipotesi del coprifuoco non è confermata dopo la decisione presa dal governatore De Luca in Campania invece la DAD per le scuole superiori sembra a un passo anche nelle altre regioni in situazione critica. Spiega Repubblica:

E d’altra parte succede di tutto, in un giorno che segna il raddoppio delle vittime e il lockdown soft imposto alla Campania. Succede anche che Roberto Speranza spende un giorno intero al telefono con i governatori. A tutti, dice sostanzialmente: chiudete subito le aree con gli indici più allarmanti del contagio, cercate di adottare misure severe per evitarne di peggiori tra pochi giorni. Non è un capriccio del ministro della Salute, ma una linea fondata su numeri allarmanti. Uno, in particolare, fa capolino durante la riunione della cabina di regia sul monitoraggio settimanale dell’Iss, i cui risultati sono anticipati di 24 ore anche per mettere pressione sugli amministratori pochi inclini a intervenire. È tutto racchiuso in una slide dell’istituto Kessler di Trento. Fotografa l’indice Rt basato sui ricoveri, che a Milano e Napoli tocca una preoccupante quota “2”. Lo stesso grafico prevede che altre regioni — Toscana, Liguria, Abruzzo, Emilia Romagna, Puglia, Sardegna, Valle d’Aosta e Umbria — arriveranno entro quattro settimane allo stesso Rt dei capoluoghi lombardo e campano, in assenza di misure di contenimento immediate. Anche questa valutazione, tra le altre, spinge diversi governatori del Nord (sembra Liguria, Veneto, Piemonte, oltre alla Lombardia) ad anticipare ufficiosamente al governo una decisione che sarà presa nei prossimi giorni: la didattica a distanza per le scuole superiori.

Leggi anche: Il bollettino sul Coronavirus oggi in Italia: i dati per il 15 ottobre della Protezione Civile

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