Contratto a tutele crescenti: a chi si applica
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2015-02-25
Come funziona la nuova disciplina contrattuale. Il decreto sul contratto di lavoro subordinato a tutele crescenti è appannaggio oggi di tutti i datori di lavoro, anche se c’è una differenziazione tra i datori che occupano fino a 15 dipendenti
A chi si applica il contratto a tutele crescenti? A tutti quelli che trovano lavoro dopo l’approvazione della legge, senza distinzione tra piccole, medie e grandi aziende. La riforma del lavoro prevede due tipi di contratti: quello a tempo determinato e quello a tempo indeterminato a tutele crescenti, senza reintegra. Per le imprese il secondo tipo di contratto costerà meno del primo. Il decreto sul contratto di lavoro subordinato a tutele crescenti è appannaggio oggi di tutti i datori di lavoro, anche se c’è una differenziazione tra i datori che occupano fino a 15 dipendenti. Se per effetto della nuova assunzione si supera la soglia di 15 dipendenti, si applicano a tutti, anche ai vecchi assunti, la nuova disciplina. Anche perché in caso contrario si dovrebbe applicare la vecchia disciplina dell’articolo 18. Il Sole 24 Ore riepiloga in questa infografica il contratto a tutele crescenti e a chi si applica:
CONTRATTO A TUTELE CRESCENTI: A CHI SI APPLICA
La nuova disciplina vale dunque per operai, impiegati e quadri e per i lavoratori destinatari della conversione di un contratto a tempo determinato o di apprendistato. È esclusa, con riferimento al licenziamento disciplinare, la possibilità di disporre la reintegrazione, anche nel caso di insussistenza del fatto materiale contestato al lavoratore, che comporta nelle imprese di dimensioni maggiori l’applicazione di tale rimedio. Invece, in caso di licenziamento fondato ma affetto da vizi formali (difetto di motivazione) o procedurali (violazione della procedura di contestazione disciplinare), l’indennizzo a carico delle piccole imprese sarà pari a mezza mensilità per anno di servizio, tra un minimo di uno e un massimo di sei. In più, scrive il Sole 24 Ore:
Anche le piccole imprese potranno utilizzare, per i licenziamenti, la nuova forma di conciliazione agevolata, successiva al licenziamento, introdotta dal decreto, che prevede la possibilità (non l’obbligo) per il datore di lavoro di offrire al dipendente, in una sede “protetta” e a mezzo assegno circolare, un importo predeterminato esentasse. Se il lavoratore accetta, la questione licenziamento è definitivamente chiusa. Per le piccole imprese, l’importo è dimezzato: mezza mensilità per anno di servizio, con il minimo di uno e il massimo di sei.