I nuovi contratti pubblici di Draghi: aumento di 107 euro e smartworking

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-03-11

Il Primo ministro aveva detto fin da subito di voler dialogare con i sindacati. Ieri è arrivata la conferma di un piccolo (grande) cambiamento

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Il presidente del Consiglio Mario Draghi lo ha detto fin dal primo giorno, lasciando piacevolmente sorpresi i sindacati. All’uscita del suo primo incontro al Quirinale con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, annunciando le consultazioni con tutti i gruppi parlamentare e – si badi bene – con le parti sociali. Ecco, ieri lo ha fatto per la prima volta ufficialmente, incontrando a Palazzo Chigi – insieme al ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta – i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri. E ha detto:

Nel corso delle consultazioni ho avuto modo di esprimervi quanto tenga a questo confronto e a questo dialogo. Oggi (ieri) è la prima occasione formale di incontro dopo la formazione del governo e vi ringrazio molto. Voglio ringraziare il ministro Brunetta, che ha preparato questo patto. Grazie ancora alle Confederazioni qui presenti. Il buon funzionamento del settore pubblico è al centro del buon funzionamento della società. Se il primo funziona, funziona anche la seconda. In caso contrario, la società diventa più fragile, più ingiusta. Per questo bisogna considerare questo ruolo centrale delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici. Questo è ancor più vero con la pandemia, se pensate alla capacità e al sacrificio dei medici, degli infermieri, degli insegnanti, delle forze dell’ordine, del personale degli enti territoriali e statali nel fornire i servizi essenziali.

I nuovi contratti pubblici, cosa cambia

Tutti sono usciti dall’incontro soddisfatti, le parti del governo e quelle dei sindacati. Una piccola rivoluzione della PA è in atto, e -qualcuno direbbe “era anche l’ora”, dato che tutto è così come è da circa 20 anni. Eppure il mondo è cambiato, soprattutto negli ultimi mesi. Per questo è entrato di diritto lo smartworking, e già questa è una rivoluzione. Come lo è la formazione informatica e digitale che dovrà accompagnare questa transizione e che l’Ente pubblico – garantisce – assicurerà.

Scrive il Corriere della Sera:

L’accordo prevede sei articoli, al primo posto il rinnovo dei contratti relativi al triennio 2019-2021, a seguire lo smart working, la revisione dei sistemi di classificazione professionale, la formazione del personale, i sistemi di partecipazione sindacale e, infine, il welfare contrattuale. È questo l’impianto del «Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale» siglato dal premier, Mario Draghi, e dal ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, con i leader di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri.

Nella premessa il patto, firmato ieri a Palazzo Chigi, specifica che la «coesione sociale e creazione di buona occupazione saranno i pilastri di ogni riforma e di ogni investimento pubblico», così come previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’obiettivo del primo intervento in materia di politica economica e sociale del governo è, insomma, avviare una nuova stagione all’interno della pubblica amministrazione, assegnandole sia il compito di rendere più equa l’intera società sia la veste di motore dello sviluppo per uscire dalla crisi.

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