Economia
Le regole europee sui conti pubblici
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2017-07-12
Dal Six Pack all’Obiettivo di Medio Termine fino al Fiscal Compact: di cosa parliamo quando parliamo di sorveglianza europea sui conti pubblici italiana in uno specchietto riepilogativo
La Repubblica riepiloga oggi in un’infografica tutte le regole europee sui conti pubblici che partono dal trattato di Maastricht del 1992, che getta le basi dell’Unione monetaria e fiscale fissando le regole per le adesioni. Poi c’è il Patto di Stabilità e Crescita per rafforzare le regole di Maastricht, firmato nel 1997 da Romano Prodi, che introduce come obblighi la soglia massima deficit/PIL al 3% e la soglia massima debito/PIL al 60%, allargando i poteri dell’Unione Europea all’infrazione e alla multa. Tra 1999 e 2002 arrivano l’entrata in vigore e la circolazione dell’euro mentre è del 2005 la riforma del patto di stabilità con la correzione annuale di almeno 0,5% del deficit strutturale e la convergenza verso l’Obiettivo di medio termine che varia da paese a paese.
Nel 2011 arriva il Six Pack che disegna regole più severe sul debito con gli obblighi sul debito: chi ne ha uno che eccede il 60% del PIL deve ridurlo ogni anno di un ventesimo della differenza tra il debito/PIL reale e il 60%; il Six Pack pone anche limiti all’aumento della spesa e disegna sanzioni semi-automatiche per chi non lo rispetta. Nel 2012 arriva il Fiscal Compact con l’obiettivo del deficit strutturale dello 0,5% del PIL e la regola del pareggio di bilancio inserita in Costituzione: le sanzioni della UE arrivano allo 0,1% del PIL. Infine, nel 2013 arriva il Two Pack che rafforza la sorveglianza dell’Unione Europea sui conti pubblici del paese: tra gli obblighi c’è l’invio anticipato al 15 aprile del DEF e la presentazione alla UE della bozza della Legge di Stabilità entro il 15 ottobre. La UE può chiedere modifiche e controllare l’attuazione delle riforme.