L’ignobile comunicato della conferenza delle donne del PD sul caso molestie degli Alpini a Rimini

di Enzo Boldi

Pubblicato il 2022-05-12

Quel messaggio in cui non ci si dissocia dai fatti denunciati, ma dalle denunce stesse sta provocando molto imbarazzo in casa dem

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Le parole sono importanti e pesanti, soprattutto quando si parla di denunce da parte di donne che parlano di reiterate e multiple molestie sessuali subite. Ma quanto scritto in un comunicato firmato dalla conferenza della donne del PD ha avuto l’esatto effetto opposto. Perché invece di appoggiare le denuncianti, è stata criticata la denuncia. Tutto ciò ha provocato grande imbarazzo all’interno dei dem, con donne che hanno deciso di dissociarsi da quanto scritto in quella nota e prendere le difesa delle vittime che hanno denunciato “frasi volgari” e “toccatine” da parte degli Alpini durante il loro raduno a Rimini.

Conferenza donne PD, il vergognoso comunicato sui fatti di Rimini

A fari discutere sono quelle parole scritto nel comunicato della Conferenza donne PD di Rimini, la città che ha ospitato il raduno degli Alpini e da dove sono arrivate moltissime denunce, con tanto di testimonianze video.

“Intendiamo dissociarci dai toni accusatori, tesi a incrementare un clima di polemica generalista e qualunquista, che getta un inaccettabile discredito verso un Corpo dal valore riconosciuto e indiscusso del nostro Esercito. La cospicua presenza di Forze dell’Ordine a presidiare un evento così partecipato era a garanzia della tempestiva segnalazione, repressione e denuncia di eventuali episodi a connotazione anti-giuridica. La responsabilità penale è individuale, ed è imprescindibile che le vittime di eventuali violenze provvedano a esporre querela verso fatti che le abbiano viste coinvolte. Gli strumenti posti a tutela di chi subisce comportamenti illeciti sono ben noti a tutte e tutti noi e non dovrebbero cedere il passo a mezzi diversi. Il social ha innumerevoli pregi ma è troppo spesso veicolo di informazioni approssimative e fuorvianti. Rivolgersi all’Autorità è l’unico strumento valido, vero ed efficace per ognuno di noi e, per noi, è un dovere civico oltre che un diritto”.

Queste le parole nel comunicato della Conferenza donne PD di Rimini. E la loro coordinatrice, Sonia Alvisi, oggi a La Stampa ha motivato così questa presa di posizione che ha provocato grande imbarazzo:

“Io non dico che non credo a queste ragazze, con cui peraltro non ho neanche parlato e di cui non ho letto le testimonianze neanche sui giornali. Ma se io subisco una molestia devo immediatamente andare a denunciare alle autorità. Perché se poi dico un qualcosa senza denunciare divento meno credibile rispetto a quello che ho subito”.

Parole che non sono al passo con i tempi, visto che i social possono amplificare la portata di una denuncia e renderla pubblica. Non per colpire, in questo caso, tutto il Corpo degli Alpini, ma affinché queste storie (già accadute in passato) non si ripetano nel futuro, alzando le antenne dell’attenzione in futuro.

Ma questa posizione della Conferenza donne PD di Rimini non è la stessa della Conferenza donne Pd Nazionale. Infatti, Cecilia d’Elia ha scritto:

“Ciò che sta emergendo dal racconto di alcune donne, riguardo a quanto successo a Rimini durante il raduno degli alpini, è grave e non può essere sottovalutato. Lo stesso ministro Lorenzo Guerini è intervenuto per sottolinearlo e per chiedere che sia fatta chiarezza senza giustificazione o tolleranza alcuna verso atti che sarebbero stati compiuti da appartenenti a un corpo militare. Un gesto importante, di attenzione verso i racconti delle donne, un riguardo che dovremmo avere tutte e tutti, sempre.
I fatti andranno accertati ma purtroppo sappiamo che spesso, in occasione di raduni o assembramenti, si consumano episodi di molestie. Per sconfiggere la violenza, in tutte le sue forme, c’é bisogno di una grande rivolta culturale e di prendere sul serio la parola delle donne”.

Concetti ben diversi.

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