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“Non sappiamo se Alex Zanardi tornerà come prima”
neXtQuotidiano 23/06/2020
Le ore più critiche sono le prossime: «Solo dopo capiremo qualcosa, sul suo stato neurologico, su come potrebbe riprendersi, sullo stato dei danni del viso, del corpo. Vedremo, forse è in programma un’altra Tac. È dura, non possiamo fare altro che aspettare».
Alex Zanardi resta in prognosi riservata, è in condizioni cliniche stabili ormai da tre giorni dopo l’intervento neurochirurgico. Ora comincia la settimana-chiave, quella che dirà ai medici se potrà essere lentamente risvegliato dal coma farmacologico ed essere valutato neurologicamente.
Alex Zanardi: “Non sappiamo se tornerà come prima”
L’ultimo bollettino (l’unico emesso in giornata) dice che le sue condizioni cliniche sono sempre rimaste stabili e questo, hanno più volte sottolineato i medici che lo curano, è un segnale positivo. Ad oggi ‘non c’è nessun passo indietro’, “la terza notte di degenza in terapia intensiva è trascorsa senza variazioni” e vanno bene “i parametri cardio-respiratori e metabolici” ma il quadro neurologico rimane “grave”. Un’equipe multidisciplinare che lo segue è pronta a attuare, se e quando sarà il momento, le azioni più adeguate dal punto di vista “diagnostico e terapeutico”. Varie le opzioni da esaminare: una è la sospensione dei farmaci della sedazione per svegliarlo dal coma indotto e vedere come reagisce l’organismo. Poi c’è da capire se occorre un altro intervento chirurgico. Decisiva è la stabilità delle condizioni cliniche, la stessa che si osserva in questi primi giorni di cure.
Il procuratore capo Salvatore Vitiello e il sostituto procuratore Serena Menicucci, titolare del fascicolo d’indagine, dopo aver accertato che la staffetta – durante la quale si è verificato l’incidente stradale in cui è rimasto gravemente ferito venerdì scorso Alex Zanardi – non era una gara, stanno ora indagando sul ruolo giocato dagli eventuali controlli sulla strada da parte dei vigili urbani. “Sicuramente non era una competizione sportiva”, ha precisato il magistrato Vitello. Agli atti dell’inchiesta è emerso finora, secondo quello che scrive l’Adnkronos, che nessuna autorizzazione o permesso era stato richiesto dagli organizzatori di ‘Obiettivo Tricolore’ al Comuni del territorio senese durante il passaggio della carovana di ciclisti disabili. Per questo i magistrati hanno sentito o sentiranno i comandanti delle polizie municipali di Sinalunga, Torrita di Siena, Montepulciano e Pienza (nel cui comune si è verificato l’incidente).
“Non sappiamo se Alex tornerà come prima”
Intanto ieri ha parlato con Repbublica Barbara Manni, sorella della moglie di Alex, Daniela, a nome della famiglia e lo ha fatto con un groppo alla gola. Sa che le ore più critiche sono le prossime: «Solo dopo capiremo qualcosa, sul suo stato neurologico, su come potrebbe riprendersi, sullo stato dei danni del viso, del corpo. Vedremo, forse è in programma un’altra Tac. È dura, non possiamo fare altro che aspettare».
Zanardi è sedato, intubato, ventilato meccanicamente. Il suo viso è ancora troppo gonfio ed è prematuro pensare di ridurre la sedazione. Se continueranno le condizioni di stabilità avrà qualche chance in più di riprendersi, dicono i medici che lo stanno curando nella terapia intensiva dell’ospedale Policlinico delle Scotte a Siena. «Mia sorella va là ma può stare solo due ore» racconta Barbara. La moglie di Alex, Daniela, e il figlio Niccolò, stanno facendo la spola al Policlinico alternandosi. «Sono nella casa di Castiglione con le nonne, a farsi forza — racconta la cognata a Repubblica — È un momento tremendo. A turno, solo uno alla volta, lei e Niccolò possono entrare per stare vicino ad Alessandro».
Quello che gli inquirenti vogliono mettere a fuoco nelle indagini sono i contorni della “Staffetta tricolore” che quando domenica arriverà in Puglia avrà percorso 3mila chilometri, da nord a sud, e coinvolto decine di atleti paralimpici, più un seguito di appassionati di ciclismo che di tappa in tappa si sono aggregati nella pedalata.
Doveva avere dei permessi oppure, non trattandosi di una gara sportiva ne poteva fare a meno? A che titolo alcuni sindaci dei paesi lungo il percorso hanno mandato una pattuglia di vigili al seguito dei ciclisti? Per ragioni di sicurezza o come omaggio al tour che aveva l’obiettivo di avvicinare al mondo dello sport le persone disabili? E ancora: dovevano, i sindaci, mandare una comunicazione al questore di Siena? È probabile che anche i primi cittadini vengano sentiti dai carabinieri di Montepulciano che stanno portando avanti gli accertamenti. Quanto alla ricostruzione dell’incidente, ieri è proseguito l’ascolto di alcuni atleti, mentre verranno eseguite perizie sulla handbike di Zanardi, sul camion e sulla strada, la statale 146.
Il comandante dei vigili urbani di Sinalunga (Siena) Fabrizio Giannini è stato sentito sulle modalità di svolgimento della manifestazione ciclistica dura te il transito nel suo territorio. La polizia municipale della cittadina della Valdichiana era interessata alla tappa precedente a quella verso Montalcino. “Avevamo una macchina che faceva da scorta e abbiamo accompagnato i partecipanti fino al luogo in cui si svolgeva una cerimonia – ha spiegato -. Ognuno teneva la sua corsia di marcia: normalmente si fa così perché, non essendoci gara, la manifestazione si svolge in questa maniera”. Nel pomeriggio è stata ascoltata come teste anche la comandante della polizia municipale di Pienza con cui il pm Serena Menicucci ha ricostruito l’incidente ma anche le modalità amministrative (permessi, autorizzazioni) e di gestione di queste manifestazioni, sempre più frequenti e molto ben partecipate. Peraltro un’auto dei vigili di Pienza precedeva la carovana e così era accaduto nella prima parte del tragitto a Castiglion Fiorentino.