Nuova condanna per la dottoressa omofoba Silvana De Mari: disse “pedofili” e “necrofili” di un circolo Lgbt

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-03-19

La dottoressa omofoba e no vax Silvana De Mari è stata condannata anche dalla Corte d’Appello di Torino: per i giudici disse “pedofili” e “necrofili” riferendosi al circolo Lgbt intitolato a Mario Mieli

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Accostò a un circolo Lgbt termini come “pedofilia”, “necrofilia”, “coprofagia”, e sulla base di queste accuse fu condannata nel 2019 in primo grado al pagamento di mille euro: oggi Silvana De Mari, medico 66enne di Torino nota per le sue posizioni contro i gay e idolo dei no vax durante la pandemia per la sua decisione di farsi sospendere dall’Ordine dei medici pur di non vaccinarsi vede la sua condanna confermata dalla Corte d’Appello. La decisione al termine del processo di primo grado fu in un certo senso storica, visto che per la prima volta veniva riconosciuto un circolo Lgbt – quello intitolato a Mario Mieli, attivista e scrittore teorico degli studi di genere – come “persona offesa dal reato di diffamazione”.

Nuova condanna per la dottoressa omofoba Silvana De Mari: disse “pedofili” e “necrofili” di un circolo Lgbt

Al circolo era anche stato riconosciuto dal giudice un risarcimento di 5000 euro: 2500 per il coordinamento Torino Pride, e altrettanti per la rete Lenford-Avvocatura per i diritti delle minoranze sessuali. Gli avvocati difensori di De Mari avevano puntato sul fatto che non si trattasse di critiche rivolte specificamente agli attivisti: “Spiace che non sia stato colto il senso vero delle parole della dottoressa De Mari. Leggeremo le motivazioni della sentenza e sicuramente ricorreremo per Cassazione. Le parole della dottoressa non hanno mai inteso offendere né l’associazione né i suoi componenti. Erano solo una lamentela, in quanto, in un periodo di austerità nel quale si tagliavano le spese per scuole e ospedali, lo Stato contribuiva a finanziare un circolo intitolato a una figura che nella propria sfera intellettuale inneggiava a una serie di pratiche quali la coprofagia e la pedofilia. Nessun accanimento”. Commentando la condanna per diffamazione nel 2019 De Mari disse: “È stata una frase pronunciata contro il movimento lgbt, che è un’associazione politica e culturale, non vedo perché non si possa esprimere un’opinione”.

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