Cultura e scienze
Il comunicato del Patto Trasversale per la Scienza che scomunica (senza fare nomi) il convegno su COVID-19 in Senato
Alessandro D'Amato 20/07/2020
Un convegno intitolato COVID-19 in Italia – Tra informazione, scienza e diritti – organizzato per lunedì 27 luglio nelle sale del Senato. Il PTS “consiglia” ai suoi aderenti di non parteciparvi. Ma non fa nomi. Come mai?
Nel week end è circolata la notizia di un convegno intitolato COVID-19 in Italia – Tra informazione, scienza e diritti – organizzato per lunedì 27 luglio nelle sale del Senato. Tra i partecipanti ci sono Matteo Salvini, Armando Siri, Vittorio Sgarbi, Andrea Boccelli e Bernard-Henry Lévy e poi molti professori, medici e scienziati come Alberto Zangrillo, Matteo Bossetti, Maria Rita Gismondo, Giulio Tarro, Guido Silvestri, Massimo Clementi, Giuseppe De Donno, Sabino Cassese, Michele Ainis e Paolo Becchi oltre che il deputato del MoVimento 5 Stelle Marco Bella, e gli onorevoli Deborah Bergamini (Forza Italia) e Federico Mollicone (Fratelli d’Italia). Il convegno è stato organizzato da Sgarbi e Siri.
Il Patto Trasversale per la scienza e il convegno su COVID-19 in Senato
Subito dopo la pubblicazione del manifesto che indicava i partecipanti Guido Silvestri della Emory University, che abbiamo conosciuto come esperto di riferimento del M5S sui vaccini e che nel frattempo non lo è più, ha declinato l’invito spiegando su Facebook che non gli piace la compagnia ma senza specificarne il motivo né facendo nomi:
Dopo aver visto la lista, e notando in essa insieme a diverse persone di cui ho la massima stima anche alcune persone con le quali per vari motivi preferisco non essere associato, ho deciso di rinunciare all’invito. Mi scuso con tutti della confusione, e prometto che da ora in poi faro’ piu’ attenzione nell’accettare inviti di questo tipo in sedi istituzionali senza aver prima preso visione della lista dei partecipanti.
Nel frattempo il Patto Trasversale per la Scienza ha pubblicato un post su Facebook in cui dice “No all’uso della scienza e della pandemia a fini elettorali” e in cui, senza fare nomi, prima si spiega che “i valori su cui si fonda il Patto come associazione sono legati al riconoscimento che il metodo scientifico sia ad oggi il miglior mezzo di indagine della realtà e di interpretazione dei fatti complessi che ci si presentano, soprattutto in quei casi in cui si tratta di eventi improvvisi, anche se non imprevisti, che mettano in serio pericolo sia la salute delle persone, sia il loro modo di vivere, sia la società e l’economia nel loro complesso”. E poi si va al dunque. O meglio, ci si prova:
In questo quadro, appare grave ed incomprensibile l’eventuale adesione da parte di importanti soci del PTS ad iniziative in chiave chiaramente politica ed elettorale che vedano come guida o contributori soggetti che sono stati oggetto di querela o di diffida da parte del PTS proprio per le pericolose posizioni antiscientifiche espresse durante l’epidemia di COVID-19, insieme ad altri che in moltissime occasioni hanno dimostrato la propria lontananza dal metodo scientifico.
Come noterete a prima vista, nelle tre righe del comunicato non c’è nemmeno un nome. Ma si può rimediare alla casuale dimenticanza del PTS segnalando che tra i presenti (annunciati) al convegno ci sono Clementi e Bassetti; quest’ultimo è stato qualche tempo fa oggetto di una ulteriore reprimenda in rigoroso anonimato come si confà tra scienziati di un certo livello perché ha “brandito” l’h-index anche se dal comunicato non è che si capisse poi bene cosa fosse successo (ma sarà sicuramente un piccolo errore di comunicazione). “Oggetto di querela o diffida da parte del PTS”, ancorché non nominati, sono invece Sgarbi e Gismondo. E anche qui i nomi tocca farli ai giornalisti. È invece un mistero chi siano coloro che “in moltissime occasioni hanno dimostrato la propria lontananza dal metodo scientifico”, ma di certo possiamo escludere i politici – perché non sono scienziati – e quindi dobbiamo pensare che ci si riferisca a qualcuno dei professori che vengono citati nel parterre de roi del convegno, ma qui i nomi non è il caso che li facciano i giornalisti perché visto l’eroismo dimostrato dalla terza dimenticanza casuale in poche righe, allora si sappia che acca’ nisciuno è fesso. Infine il PTS conclude:
Intendiamo quindi stigmatizzare sia l’iniziativa messa in essere da chi vuole strumentalizzare l’opposizione alla scienza in chiave elettorale, sia la partecipazione di chiunque abbia aderito al PTS o si ritenga membro della comunità scientifica ad iniziative di questo segno.
Chiediamo quindi a tutti gli affiliati del PTS di non prestarsi a situazioni dove una tesi preconcetta sulla salute o la gestione pubblica dell’emergenza epidemica sia funzionale ad una parte politica o schieramento, come stabilito dalle regole statutarie che ogni socio è tenuto a rispettare rigorosamente.
E anche qui, lo noterete, mancano nomi e cognomi: chi vuole “strumentalizzare l’opposizione alla scienza in chiave elettorale”? Si tratta di un’accusa molto grave ma non ci sono nomi. Chi è che ha “una tesi preconcetta sulla salute o la gestione pubblica dell’emergenza epidemica”, che è “funzionale ad una parte politica o schieramento”? Anche qui, accuse gravi ma niente nomi. E così si ha la sensazione – ma badate bene, si tratta soltanto di una sensazione – che mentre è facile prendersela con bersagli grossi e che stanno sulle scatole a tutti come Montanari, Gismondo o Sgarbi, nel Patto per la Scienza ci sia sì tanta trasversalità ma soprattutto tantissima gente che tiene famiglia, come diceva Leo Longanesi (e Wikipedia dice che l’espressione «è infatti utilizzata, anche come “frase a effetto”, per indicare la giustificazione in base alla quale l’ethos di un individuo, di un’intera società, o di un suo sottoinsieme, è un alibi in grado di neutralizzare, giustificare o accettare alcuni comportamenti (azioni, ma anche omissioni) che sarebbero altrimenti moralmente disdicevoli, o ignobili, o perfino fortemente devianti»; sia chiaro che lo dice Wikipedia, mica io!).
Detta un po’ fuori dai denti ma senza nomi (come insegna il PTS), è come se qualcuno avesse paura di attaccare frontalmente personalità che potrebbero poi danneggiare la propria carriera in ambito accademico. Chissà se si tratta dello stesso qualcuno che poi magari in privato fa girare dossier o “spunti per un articolo” nei confronti di quelle personalità. Ma questa è soltanto un’ipotesi. Invece sarebbe divertente se qualche studente di uno di questi professori un giorno si presentasse all’esame e andasse avanti tutto il tempo dicendo che “quella sostanza lì, non mi ricordo” fa “quell’effetto là, ha presente?” e poi pretendesse di avere 30 e lode. Un aderente al PTS non potrebbe certo rifiutarglielo. O no?