Politica
Il Comune di Roma deve decidere se costituirsi… contro Virginia Raggi
Alessandro D'Amato 18/11/2017
A breve l’udienza preliminare che deciderà sul rinvio a giudizio. L’imbarazzo del Campidoglio
Una decisione difficile. Da una settimana la procura di Roma ha inviato al Comune di Roma l’avviso di fissazione dell’udienza preliminare per la decisione sul rinvio a giudizio chiesto da piazzale Clodio per Virginia Raggi. Il Comune quindi dovrà decidere se costituirsi o meno parte civile contro la sindaca in vista dell’udienza preliminare fissata per il 9 gennaio, anche per poterle chiedere un risarcimento in caso di condanna. La storia ovviamente imbarazza il Capidoglio e la racconta oggi Simone Canettieri sul Messaggero:
Un corto circuito politico-amministrativo che rappresenta un unicum nella storia di Palazzo Senatorio. L’ultimo precedente famoso riguarda Silvio Berlusconi e la decisione dello scorso maggio dell’Avvocatura dello Stato di costituirsi parte civile nel processo Ruby-Ter. Questo caso però è diverso: la grillina, accusata di falso per le nomine, è attualmente in carica.
E quindi la decisione sta mettendo in imbarazzo la giunta pentastellata che è pronta a parlarne in una riunione straordinaria ad hoc. Il fascicolo, dal punto di vista tecnico, è nelle mani di Carlo Sportelli, il capo dei legali capitolini. Il problema al momento è semplice: come muoversi? Il Comune di Roma è davvero pronto a chiedere un eventuale risarcimento alla sindaca, cioè all’autorità che lo rappresenta?
La situazione è abbastanza paradossale:
Raggi,per una questione di opportunità, potrebbe solo delegare al vicesindaco Luca Bergamo la firma dell’atto. Come d’altronde è già avvenuto per la vicenda Marra-Scarpellini, che non la riguardava direttamente. Al massimo la lambiva. In questa fattispecie però il problema è ancora più complesso e delicato. Raggi deve scegliere se far costituire subito l’amministrazione contro lei stessa oppure se aspettare il rinvio a giudizio e l’inizio del processo: in quel caso c’è tempo fino a un eventuale prima udienza del dibattimento.
Di solito, l’avvocatura comunale quando è parte offesa scende subito in campo per rafforzare così la richiesta dei pubblici ministeri davanti al gup. Sarà così anche questa volta? Ma non finisce qui. L’atto in questione ha bisogno, secondo la delibera 182 del 2001, anche di una determina dirigenziale. Si tratta del regolamento che mette ordine nelle liti attive «dell’amministrazione». Il parere burocratico, secondo una certa consuetudine, deve arrivare dall’ufficio o dipartimento dove si sarebbe consumato il reato.
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