Così il Comune di Roma “dimentica” di spendere mezzo miliardo di euro

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-04-25

Bandi sbagliati oppure bloccati, alcune gare mai partite: i fondi a bilancio congelati nel 2017 e gli interventi mancati su strade, scuole, verde e trasporti

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Il Comune di Roma ha in cassa più di mezzo miliardo di euro che non ha speso. Ma non perché ha risparmiato. Semplicemente perché a causa degli intoppi più variegati la macchina comunale non è stata in grado di spendere quei soldi tra bandi sbagliati oppure bloccati, gare mai partite oppure ferme nei tribunali.  Tecnicamente, spiega oggi Il Messaggero in un articolo di Simone Canettieri, si chiama overshooting. In poche parole, la giunta Raggi l’anno scorso aveva predisposto tutti questi fondi, tra spese correnti e conto capitale ovvero manutenzione ordinaria e investimenti, con relativi progetti ma non è riuscita a realizzarne nemmeno uno. Si tratta di 331 milioni di spese correnti, 206 milioni di spese in conto capitale, 6 milioni di spese per l’incremento delle attività finanziarie e 20 milioni di rimborso di prestiti mai avvenuto.

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I fondi non spesi dal Comune di Roma nel 2017 (Il Messaggero, 25 aprile 2018)

Nel dettaglio le voci principali delle economie – si dice così quando i fondi rimangono nella pancia del Comune ammontano a 331 milioni e 578 mila euro circa dalla voce «spese correnti» e 206 milioni e 401 mila euro circa dalla voce «spese in conto capitale».

Si tratta di fondi, spiegano dalla Ragioneria capitolina, «che vanno in economia perché non è scattata l’obbligazione passiva che è legata all’aggiudicazione delle gare – ha sottolineato Paola Pantani, Direttore della IV Direzione Rendicontazione e Monitoraggio -. Tutti sappiamo le difficoltà che ci sono nello svolgere le gare, per impostarle e aggiudicarle. Una volta accantonati i fondi, se la gara non si svolge entro l’anno, i soldi non spesi vanno in economia. Se sono vincolati devono essere rimodulati nel settore di appartenenza, se non lo sono vanno rimodulati tra gli altri fondi».

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Tra gli interventi previsti e saltati c’erano gli interventi di rifacimento di alcune piazze della Capitale, la sistemazione di vie da anni dissestate come la Salaria e l’ammodernamento del parco mezzi di ATAC e AMA. Spiega ancora il Messaggero che le colpe vanno ricercate nei dipartimenti che hanno maggior potere di spesa: mobilità e ambiente. Poi ci sono i lavori pubblici e i servizi sociali. Segue l’urbanistica.

Nello specifico, se si prende in esame la spesa corrente si scopre che su 331 milioni di euro bloccati ben 228 derivano dall’acquisto di beni e servizi. Una serie di interventi che l’amministrazione non ha fatto: dalla benzina per i mezzi pubblici, al materiale per le scuole,passando per le mense. A queste voci vanno aggiunti i fondi per la manutenzione ordinaria.

Poi ci sono i 206 milioni di investimenti, che nel 2017 l’amministrazione di Raggi non è stata in grado di far fruttare. Anche qui ci sono le strade e le buche. Basti pensare che il tanto sbandierato «piano Marshall» dell’assessore Gatta (quella che vuole tapparei crateri delle strade con la naturopatia) prevede uno stanziamento di 17 milioni di euro.

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