Come Salvini al citofono ha interferito in un’inchiesta per droga

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-30

Scampanellando in quel condominio di via Grazia Deledda al Pilastro, periferia di Bologna, Matteo Salvini è andato a sovrapporsi a un’indagine giudiziaria per droga, in corso proprio da quelle parti

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Salvini citofona e interferisce in un’inchiesta per droga. Lo scrive oggi Il Fatto Quotidiano, che aggiunge come il rischio sia che il Capitano abbia perfino intralciato l’attività di polizia giudiziaria. Non sarebbe male per l’ex ministro dell’Interno che mette la “sicurezza”, vera o presunta, al centro della sua propaganda.

La situazione imbarazza un po’tutti nell’Arma dopo il coinvolgimento del terzo, in credibile protagonista della scenetta del citofono, finita sul Web poi rimossa da Facebook. Dopo Salvini e la signora che l’ha portato davanti al portone di via Grazia Deledda, una donna che vive il lutto di un figlio malato e poi morto di eroina, ecco il maresciallo dei carabinieri. È un sottufficiale “in convalescenza”non certo alle prime armi, anzi piuttosto noto a Bologna, già comandante di varie stazioni prima di una recente inchiesta per stalking e depistaggio che l’ha portato alla sospensione dal servizio poi revocata dal Riesame (attende la Cassazione), una storia a metà strada tra la goliardia pesante e cose peggiori che se confermata sarebbe tutt’altro che edificante.

maresciallo carabiniere

L’Arma lo tiene lontano dall’attività operativa e ieri ha confermato di aver avviato le “procedure preliminari volte a chiarire i termini della vicenda”della sceneggiata salviniana al Pilastro, “con esclusivo riferimento all’asserito coinvolgimento del carabiniere, che, per quanto adora risulta, era in licenza di convalescenza, dunque non in servizio all’epoca dei fatti”. Per dire che non ha il divieto di fare il galoppino dei Salvini boys.

Intanto tutti pensano alla scorsa estate, quando il Capitano era ancora ministro dell’Interno, e ai poliziotti che hanno portato suo figlio sulla moto d’acqua della polizia a Milano Marittima (Ravenna) e a quelli che hanno intimidito il giornalista di Repubblicache riprendeva la scena: la Procura diRavenna hachiesto l’archiviazione, il giudice deve pronunciarsie poisiapriranno eventuali procedimenti disciplinari.

Leggi anche: L’inchiesta sul carabiniere che ha contattato la signora Biagini per conto di Salvini

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