Come salvare i soldi dalla crisi greca

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-07-07

Il crollo delle Borse e gli investimenti a rischio, i bond con rendimento sicuro e il ritorno dell’attrazione per i titoli di Stato. In attesa dell’eventualità Grexit

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Le Borse europee hanno reagito alla vittoria del No al referendum greco sul programma di aiuti proposti con un calo medio complessivo del 2 per cento, inferiore alle attese. Nel breve periodo ci si attende volatilità, ma nel medio periodo prevale la fiducia che la tendenza al rialzo dei mercati europei possa proseguire. Gli osservatori segnalano che senza lo scudo del Quantitative easing, che a giugno è salito a ben 31,6 miliardi di euro di acquisti di titoli italiani contro i 23,4 miliardi del mese di maggio, la situazione sarebbe ben più critica. Solo con il Qe si spiega la stabilità dell’euro che ieri nonostante la bufera è rimasto stabile a 1,10 sul dollaro. Sulle banche italiane che, come è noto, sono imbottite di titoli pubblici, questi rialzi improvvisi degli spread creano immediati problemi di percezione del rischio sistemico oltre che il timore di dover contabilizzare perdite potenziali rispetto ai valori di portafoglio. Dietro Piazza Affari si sono piazzate Madrid (-2,29%), Parigi (-2,08), Francoforte (-1,52) mentre Londra ha contenuto le perdite allo 0,76%. Il clima complessivamente negativo e di timore di un vero e proprio tsunami, come quello prodotto dal fallimento della banca d’affari Lehman Brothers, ha fatto muovere gli investitori sui beni rifugio (oro in primis che ha chiuso in rialzo a 1.170 dollari l’oncia) e vendere quelli più volatili come petrolio (in flessione sotto i 60 dollari al barile a 58,35). Il Corriere della Sera oggi fornisce qualche consiglio sulle mosse anti-crisi per i portafogli dei piccoli risparmiatori:

In un contesto di turbolenza, è auspicabile «parcheggiare» i soldi anche nei titoli di Stato,che negli ultimi tre mesi hanno avuto un rialzo dei rendimenti. Con la copertura della Bce, che ha messo in atto il programma di acquisto fino a 60 miliardi al mese, non ci sono particolari tensioni sullo spread e il Btp a dieci anni offre ritorni che da aprile sono saliti dall’1,2% all’attuale 2,4 per cento. Un’opportunità di investimento finora non consigliata dalle principali società di gestione,ma che potrebbe riservare belle sorprese, sono le obbligazioni societarie, soprattutto quelle degli Stati Uniti, dove la crescita economica è solida, e di Paesi emergenti, che offrono anche il vantaggio di una possibile rivalutazione della moneta locale nei confronti dell’euro.

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Tra le materie prime, scrive sempre il Corriere, Barclays punta sul rame, che nell’ultima settimana è salito del 2% e ha un potenziale di crescita anche nel secondo trimestre. E poi ci sono i bond:

La turbolenza sui mercati azionari fa diventare attraenti i titoli di Stato, anche perché i rendimenti negli ultimi tre mesi sono saliti. E’ l’opinione di Antonio Mauceri, amministratore delegato della società di investimento indipendente Augustum Opus Sim. «L’ombrello dellaBanca centrale europea regge e reggeràanche nelle prossime settimane e il risparmiatore deve essere sereno. Non solo. Secondo me si possono presentare buone opportunità di acquisto. I rendimenti sono tornati su livelli interessanti rispetto ad aprile. Tre mesi fa il Btp a 10 anni era a 1,2%, adesso siamo intorno al 2,4%, mentre per il Btp a 5 anni eravamo allo 0,5% e ora siamo all’1,35%. Se in Borsa proseguono le tensioni, sono una buona opportunità . Nel portafoglio, possono rientrare anche le obbligazioni sovrane dei Paesi emergenti, che con l’euro debole presentano possibilità di extra rendimenti per l’effetto cambio. Penso a Paesi come Turchia, India, Sud Africa e Messico. Anche il Bund si può guardare. Il rendimento è sceso negli ultimi giorni, ma negli ultimi mesi è salito da 0,1% allo 0,8 per cento.

Infine, le obbligazioni societarie: occhio a Cina e Brasile dopo la bolla e l’austerity nelle due grandi economie. Gli Stati Uniti e il Messico rappresentano invece buone opportunità.

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Il rendimento dei titoli di Stato (Il Sole 24 Ore, 7 luglio 2015)

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