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Come fu che Antonio Pappalardo divenne generale
neXtQuotidiano 08/06/2020
L’Arma dei Carabinieri ricostruisce le promozioni a colonnello e generale del nostro affezionatissimo. Già che ci siamo, ricordiamo anche il resto della sua carriera politica
Dopo aver raccontato di quella volta che parlò con gli alieni, vale la pena raccontare come ha fatto Antonio Pappalardo, musicista di chiara fama, a diventare colonnello e generale. Lo fa oggi con un comunicato stampa proprio l’Arma dei Carabinieri, con un comunicato che risponde alle tante seccature che in questi giorni stanno arrivando agli uffici per scoprire la storia. Eccola.
Come fu che Antonio Pappalardo divenne generale
Il generale in congedo Antonio Pappalardo, leader dei gilet arancioni, ha prestato servizio attivo nei carabinieri fino al 25 giugno del 2006, precisa la stessa Arma in una nota. “Il grado di colonnello gli è stato attribuito nel 1994, quale promozione ‘ope legis‘ (L. n. 224/1986), al termine del mandato parlamentare, in quanto eletto nel 1992 alla Camera dei Deputati“. E anche “la promozione al grado di Generale di Brigata è stata conseguita ‘ope legis‘, il 24 giugno 2006, ovvero il giorno prima del collocamento in congedo per raggiunti limiti di eta’, cosi’ come sancito dalla L. n. 536/1971 (cosiddetta “promozione alla vigilia”), successivamente abrogata dall’art. 2268 del D.Lgs. 15 marzo 2010, n. 66″. Dal primo ottobre 2018 – si legge ancora nella nota – Pappalardo “e’ stato sospeso per 12 mesi dalle funzioni del grado a seguito di procedimento disciplinare di stato per violazione dei doveri derivanti dal grado e dal giuramento prestato, avviato su proposta del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e cosi’ definito dal Ministero della Difesa”.
Pappalardo, che è stato eletto nel 1992 alla Camera dei Deputati come indipendente tra le fila del Partito Socialista Democratico Italiano, percepisce come ogni parlamentare della Repubblica un vitalizio pari a 3.108 euro al mese (alla quale va aggiunta la pensione da Generale in congedo) ovvero la cifra che spetta a tutti i parlamentari che sono rimasti in carica una legislatura. Niente di illegale, sia ben chiaro, però come non ricordare che l’XI legislatura, quella durante la quale Pappalardo prestò servizio come deputato, viene ricordata come la più breve della storia della Repubblica Italiana. Dopo appena 722 giorni infatti le camere vennero sciolte e così terminò, nel 1994, l’ultima legislatura della Prima Repubblica. Ma in quel brevissimo arco di tempo Pappalardo fece a tempo a cambiare partito (entrò nel gruppo del Patto Segni), diventare sottosegretario alle finanze del governo tecnico (quindi non eletto dal popolo) guidato da Carlo Azeglio Ciampi. Nel 1994 poi l’allora Colonnello Pappalardo si candidò alle amministrative di Roma come capolista di Solidarietà Democratica, movimento politico che venne coinvolto in un’inchiesta per alcuni legami con la massoneria deviata legata a Forza Italia guidata dal principe Giovanni Alliata di Montereale (già coinvolto nel golpe Borghese) che mirava a influenzare l’esito delle elezioni romane (le prime nelle quali c’era l’elezione diretta del sindaco). Pappalardo non è certo nuovo ad uscite rivoluzionarie, nel 2000 quando era alla guida del COCER (il sindacato della Benemerita) ad esempio aveva minacciato l’agitazione dell’Arma dei Carabinieri auspicando che i militi provvedessero a “fondare un nuovo Stato”. Dichiarazione che gli costò la rimozione immediata dal Comando del II Reggimento Carabinieri di Roma. In seguito Pappalardo ha tentato di promuovere il federalismo in salsa siciliana e addirittura di portare la pace tra israeliani e palestinesi con un musical.
Foto copertina da: Twitter