Come è finita la storia del convegno sull’omeopatia della senatrice Virginia La Mura (M5S)

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-10-29

Alla fine è stato cambiato il titolo del convegno e dalla locandina è stato tolto qualsiasi riferimento al MoVimento 5 Stelle. Ma la senatrice pentastellata Virginia La Mura è riuscita lo stesso a portare gli omeopati al Senato e a dire che la medicina omeopatica «ha un valore maggiore rispetto alla medicina allopatica convenzionale che oggi purtroppo è arrivata al suo tempo di maturità»

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Vi ricordate il famoso convegno organizzato dalla senatrice del M5S Virginia La Mura e dal gruppo del MoVimento 5 Stelle al Senato sull’omeopatia? Alla fine si è fatto. Cominciamo con le notizie importanti: non c’era il viceministro della Salute Sileri (anch’egli del M5S) che aveva (non tanto) prontamente smentito la sua presenza. Altra novità: dalla locandina definitiva – che non adotta più la grafica caratteristica del M5S – è scomparso anche il cappello introduttivo, quel «su iniziativa del GRUPPO Movimento 5 STELLE – SENATO DELLA REPUBBLICA». Anzi, a ben vedere è del tutto scomparso ogni riferimento al M5S in tutta la locandina. Non è curioso?

Il M5S scompare dalla locandina del convegno sull’omeopatia

Il convegno ha pure cambiato nome. Nella prima versione si chiamava “L’omeopatia quale prospettiva di crescita per il S.S.N. il punto di vista medico e politico”. Nella versione definitiva invece si è scelto per un tema meno problematico “L’uso della medicina omeopatica in Italia ed aspetti normativi”. Non più ragionamenti sulle prospettive di crescita all’interno del servizio sanitario nazionale ma una semplice fotografia dello stato dell’arte dell’uso dell’omeopatia nel nostro Paese con i richiami agli aspetti normativi (che non sono certo una novità dell’ultimo minuto). La senatrice La Mura, che avrebbe dovuto aprire il convegno, si è riservata il ruolo di chiudere il dibattito.

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Le differenze tra la prima locandina (a sx) e quella definitiva dell’evento

E dalla locandina oltre ai riferimenti al MoVimento 5 Stelle, di cui pure la senatrice continua a far parte, sono scomparsi anche quelli alla segreteria organizzativa. Non più un ufficio del Senato, troppo riconducibile al M5S. A moderare il tutto è sempre la giornalista Clarissa Campodonico, che però sia su LinkedIn che su Facebook dice di essere Responsabile Comunicazione e Ufficio Stampa presso un non meglio precisato “Ente pubblico” (che dovrebbe essere il Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche Campania-Molise-Puglia-Basilicata). Per il resto a parte la presenza di una direttrice dell’AIFA c’erano unicamente omeopati.

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Ad ogni modo per la senatrice del M5S il convegno poteva costituire «un interessante momento di confronto e di dialogo sugli aspetti normativi e procedurali relativi alla medicina omeopatica» dal momento che in Italia «vi è libertà di scelta terapeutica e lo Stato infatti garantisce la sicurezza dei farmaci omeopatici utilizzati da milioni di individui, e garantisce la formazione del personale medico omeopata». Durante il suo intervento la senatrice – che ha  raccontato di essere seguita da anni da un medico omeopata – si è distinta per frasi come «purtroppo un sintomo è necessario gestirlo immediatamente perché la medicina omeopatica agisce subito, è immediata e dopo qualche ora il farmaco va cambiato e sostituito con un altro farmaco». Oppure quando ha definito l’omeopatia «è una medicina complementare che forse ha un valore maggiore rispetto alla medicina allopatica convenzionale che oggi purtroppo è arrivata al suo tempo di maturità», motivo per cui la senatrice ritiene sia il momento di far diventare l’omeopatia «nuova disciplina sanitaria nel sistema sanitario nazionale». Il che è interessante visto che da quando Samuel Hahnemann ha inventato l’omeopatia (all’inizio del 1800) la medicina “allopatica” ha fatto passi da gigante mentre l’omeopatia è rimasta sempre fedele a se stessa, e sempre senza dimostrazioni scientifiche. Ma la senatricomeopatiae La Mura sogna in grande e propone che all’Università si dia vita a “master in medicina omeopatica” e che “si finanzi la ricerca scientifica”.

Perché dopo duecento anni stiamo ancora parlando seriamente di omeopatia?

Qualcuno potrebbe obiettare che il problema dell’omeopatia è proprio il fatto che sia «totalmente riconosciuta all’interno del sistema salute italiano», come ha detto il presidente di Omeoimprese Giovanni Gorga ieri al Senato. Per la verità si potrebbe anche discutere su quel “totalmente” visto che i cosiddetti medicinali omeopatici non sono rimborsabili dall’SSN. Ed è vero in Italia la medicina omeopatica è stata  riconosciuta (nel 2002) dall’Ordine dei medici come “atto medico” ma è vero che dal punto di vista medico e scientifico nulla si dice sulla sua efficacia perché non esiste nessun protocollo di cura per nessuna malattia che preveda il ricorso all’omeopatia.

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Silvia Nencioni è Presidente e Amministratore Delegato di Boiron Italia, una delle più grandi ditte produttrici di rimedi omeopatici

Come ha ricordato il dottor Roberto Burioni la realtà dell’omeopatia è un’altra: non ha alcuna plausibilità scientifica. Si pensi ad esempio al batterio oscillococco che è il principio attivo alla base di un famoso preparato omeopatico (l’oscillococcinum, usato contro l’influenza) che di fatto non esiste e la cui non esistenza è stata ampiamente dimostrata. I preparati omeopatici poi, in virtù delle numerose diluizioni cui vanno incontro allo scopo di “aumentare l’efficacia” del principio attivo contenuto nella tintura madre non contengono nulla (oltre all’acqua o alla sostanza nella quale sono stati “diluiti”). Scrive l’AIFA che al termine del processo di diluizione «il medicinale finito risulta, dal punto di vista chimico-fisico, unicamente costituito da eccipienti» Infine, come conseguenza logica di queste due premesse l’omeopatia non ha alcuna efficacia terapeutica (e questo è stato scientificamente dimostrato) tant’è che sull’etichetta dei preparati omeopatici deve essere riportata la frase «senza indicazioni terapeutiche approvate».

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