Il Codacons a rischio chiusura

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-08-12

All’associazione dei consumatori pignorati beni per 300mila euro. Non hanno pagato il contributo unificato per le cause civili predisposte dall’associazione

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L’Agenzie delle Entrate minaccia l’esistenza in vita del Codacons. Un pignoramento da 300mila euro subito da parte dell’Agenzia delle entrate, con il conseguente blocco delle risorse, mette a rischio l’esistenza dell’associazione dei consumatori fondata da Carlo Rienzi. E il motivo risiederebbe nelle tante cause che l’associazione ha messo in scena negli ultimi anni: il Codacons non ha infatti versato il contributo unificato, la tassa che i contribuenti devono pagare allo Stato per l’iscrizione a ruolo delle cause civili e amministrative, perché – sostiene l’associazione – in qualità di Onlus non è tenuta a pagarlo.

Il Codacons a rischio chiusura

Il contributo unificato, in base all’importo della causa, oscilla tra 64,50 a 777 euro. «Non si capisce perché ogni due tre e giorni ci arrivi una cartella da 232 euro o da 550 euro con la stessa richiesta. Abbiamo fatto anche istanza di accesso agli atti per vedere se anche le altre associazioni hanno ricevuto cartelle esattoriali simili e se sono in debito», dice Rienzi. Dall’Agenzia delle Entrate, anche se informalmente, fanno sapere al Messaggero che loro sono soltanto il mero ente riscossore dei Tribunali italiani, quindi si muovono su input dell’amministrazione giudiziaria, e che la cifra è tanto alta perché riguarda molte notifiche pregresse.

Alla base della questione c’è l’obbligo del pagamento di contributo unificato per il deposito degli atti. A quanto pare, secondo i tribunali italiani, il Testo unico Spese di giustizia non prevede l’esenzione del pagamento per il «criterio di meritevolezza in funzione della solidarietà sociale», perché l’associazione, in giudizio, si fa portare di un interesse privato: i cittadini colpiti da multe ingiuste o i viaggiatori che sono rimasti a piedi per uno sciopero selvaggio.

carlo rienzi codacons

“Le interpretazioni della norma sono totalmente errate”, con una giurisprudenza molto varia, e per questo “ci vuole norma interpretativa del governo”, ha affermato Rienzi. L’associazione che gratuitamente difende i consumatori ha presentato al capo ufficio legislativo del ministero di Economia e Finanza, guidato da Giovanni Tria, un emendamento alla legge di bilancio affinché si possa risolvere la questione. “Tutta la nostra speranza è rivolta a questo”, spiega il presidente “ma dopo l’incontro avuto tre settimane fa non ci rispondo al telefono e non è buon segno”. L’emendamento, assicura il Codacons “è a costo zero”. “E’ vero che noi rappresentiamo una spina nel fianco per molti, anche per il governo”, ribadisce Rienzi, ma l’esecutivo deve “trovare il coraggio di capire che eliminare una spina significa anche eliminare dei diritti per i cittadini”.

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