“Ciro, ti devo uccidere”: la ricostruzione dell’inseguimento prima della morte di Maria Paola

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-09-15

Ciro Migliore ieri raccontava: “Mi diceva ‘non devi stare con mia sorella oppure ti ammazzo’. Lui preferiva che la sorella morisse piuttosto che stare con me”. E l’ordinanza del gip di Nola al termine dell’udienza preliminare conferma che Michele Antonio Gaglione, il fratello di Maria Paola, ha inseguito i due fidanzati minacciandoli prima dell’incidente con lo scooter che ha portato alla morte della ragazza

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Ciro Migliore ieri raccontava: “Mi diceva ‘non devi stare con mia sorella oppure ti ammazzo’. Lui preferiva che la sorella morisse piuttosto che stare con me”. E l’ordinanza del gip di Nola al termine dell’udienza preliminare conferma che Michele Antonio Gaglione, il fratello di Maria Paola, ha inseguito i due fidanzati minacciandoli prima dell’incidente con lo scooter che ha portato alla morte della ragazza

“Ciro, ti devo uccidere”: la ricostruzione dell’inseguimento prima della morte di Maria Paola

Ciro Migliore, il ragazzo transessuale fidanzato con Maria Paola Gaglione, la 20enne di Caivano (Napoli) morta durante un incidente stradale che sarebbe stato causato da suo fratello Michele Antonio, contrario alla relazione tra i due parlava di minacce e di botte: “Veniva sotto casa mia, mi voleva tagliare la testa”, spiegavadalla clinica di Acerra dove e’ ricoverato. “Il 13 luglio – racconta – io e Paola dovevamo scappare insieme ad Acerra. L’hanno picchiata”. Il ragazzo racconta anche del padre di Paola “anche lui l’ha picchiata. Il padre di Paola – ribadisce – l’ha picchiata davanti a me”. E mentre la famiglia di Michele negava che lui avesse voluto fare del male a Maria Paola e Ciro il gip, come racconta il Corriere, ha ricostruito cosa è successo:

Caivano Maria Paola Gaglione

Maria Paola è morta per colpa sua, ha stabilito il gip al termine dell’udienza preliminare. È morta perché lui, che non sopportava la storia tra la sorella e Ciro, il fidanzato trans, li ha inseguiti in moto per 16 minuti da Caivano fino ad Acerra, mentre i due ragazzi scappavano, anche loro in scooter. Correvano le due moto,eda dietro Michele Antonio urlava «t’aggio accirere», rivolto a Ciro, «Ti devo uccidere». E cercava di tagliargli la strada, e quando riusciva ad affiancarlo scalciava contro la scocca dell’SH del ragazzo, incurante che sul sellino ci fosse anche sua sorella. Anzi, nonostante proprio lei gli urlasse di smetterla, perché la stava mettendo in pericolo.

“Solo la custodia cautelare in carcere riuscirà a scongiurare efficacemente il pericolo di reiterazione criminosa…”.spiega il gip di Nola Fortuna Basile nell’ordinanza con la quale ha convalidato l’arresto di Michele. Secondo gli inquirenti Gaglione, con la sua potente moto Honda ADV avrebbe inseguito lo scooter Honda SH 300 sul quale viaggiava nola sorella e il suo compagno Ciro (che era alla guida) fino a farlo cadere provocando la morte di Maria Paola. “Risultano particolarmente gravi ed allarmanti – scrive ancora il gip – le modalità e le circostanze dell’azione che denotano l’incapacità dell’indagato di controllare le proprie pulsioni aggressive e denotano una accentuata pericolosità sociale” tanto che “non assume rilevanza alcuna lo stato di incensuratezza”. Per il gip esistono “gravi indizi di colpevolezza in relazione alla condotta contestata all’indagato”; inoltre “solo la custodia cautelare in carcere riuscirà a scongiurare efficacemente il pericolo di reiterazione criminosa, apparendo a tal fine inadeguata la misura cautelare degli arresti domiciliari”. Michele Antonio perciò rimane in carcere e non sarà presente ai funerali della sorella. Intanto i genitori dei due fratelli continuano a credere nell’incidente: «Certi dell’innocenza di nostro figlio Michele. Non abbiamo mai creduto all’ipotesi dell’aggressione perché conosciamo Michele e il suo amore per Paola»

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