La caccia alle chat di Ciro Grillo e degli amici accusati di stupro

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-09-08

Nell’indagine entrerà in scena l’UFED, ovvero un programma informatico per estrarre dai cellulari i dati cancellati, per controllare se ci sono stati contatti tra gli accusati che poi sono stati rimossi dai telefoni

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Ciro Grillo, 19 anni, figlio di Beppe Grillo, è accusato da una ragazza di violenza sessuale insieme a Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. La violenza sarebbe avvenuta la sera del 16 luglio a Porto Cervo, nella casa del comico genovese, dopo una serata passata dalla vittima in discoteca (che era con un’amica) e i 4 indagati. La denuncia è stata presentata dalla 19enne, accompagnata dai genitori, 10 giorni dopo i fatti ai carabinieri di Milano.  Secondo gli indagati i rapporti con i 4 sono stati «consensuali». Andrea Galli sul Corriere della Sera oggi racconta che nell’indagine entrerà in scena l’UFED, ovvero un programma informatico per estrarre dai cellulari i dati cancellati, per controllare se ci sono stati contatti tra gli accusati che poi sono stati rimossi dai telefoni. Gli inquirenti vogliono sapere se da allora in avanti hanno commentato i fatti, e «soprattutto» se in prossimità degli interrogatori si sono scambiati sui telefonini consigli per mantenere davanti al magistrato una posizione univoca, salvo poi, per l’appunto, eliminare le eventuali«tracce».

Su alcuni di questi — è un’altra base della difesa — sono presenti almeno due video «chiarificatori» poiché mostrerebbero un rapporto consenziente, uno dei numerosi avvenuti in sequenza e intervallati dall’uscita per comprare le sigarette da parte di tre dei ragazzi in un distributore automatico, distante ottocento metri, attraverso una zona non granché coperta da telecamere i cui filmati potrebbero aver ripreso lo spostamento. Secondo i legali di Capitta, Corsiglia, Lauria e Grillo, la 19enne era, con evidenza, d’accordo.

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In più, in immagini postate sui profili social il successivo pomeriggio, non avrebbe commentato negativamente la nottata; dunque, a detta degli avvocati, ha mentito, e l’ha fatto in anomala differita. Per quale ragione, domandano, ha denunciato solo il giorno 26? La 19enne ha detto che era in Sardegna senza i genitori, atterrati giorni dopo; quando la mamma, preoccupata da anomalie nel comportamento della figlia, l’ha convinta a confidarsi, insieme al marito ha deciso d’accompagnare la ragazza dai carabinieri come prima azione al rientro a Milano, la città di residenza.

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