La Chiesa deve pagare l’ICI, lo dice l’Europa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-11-06

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea dà ragione a una scuola privata e a un bed & breakfast: quella dei preti è concorrenza sleale, devono pagare tasse e servizi come tutti

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Lo Stato italiano deve recuperare l’Ici non pagata dalla Chiesa: lo hanno deciso i giudici della Corte di giustizia dell’Unione europea, annullando la decisione della Commissione del 2012 e la sentenza del Tribunale Ue del 2016 che avevano stabilito “l’impossibilità di recupero dell’aiuto”.”La Corte Ue – si legge – annulla la sentenza del Tribunale nella parte in cui esso ha convalidato la decisione della Commissione di non ordinare il recupero dell’aiuto illegale concesso con l’esenzione dall’Ici e annulla, di conseguenza, la decisione della Commissione”.

La Chiesa deve pagare l’ICI, lo dice l’Europa

Il caso fa seguito al ricorso presentato al Tribunale Ue dall’istituto d’insegnamento privato Scuola Elementare Maria Montessori (‘Scuola Montessori’) e da Pietro Ferracci, proprietario di un bed & breakfast, per chiedere di annullare la decisione della Commissione del 19 dicembre 2012 che stabiliva che l’esenzione Ici alla Chiesa era un aiuto di stato ma non ne ordinava il recupero, ritenendolo assolutamente impossibile. Inoltre in quell’occasione Bruxelles stabilì che l’esenzione Imu introdotta nel 2012 non costituiva un aiuto di Stato.

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La Chiesa e l’IMU e la TASI non pagate a Roma (Corriere della Sera, 14 agosto 2015)

Ma la Scuola Montessori e Ferrazzi hanno lamentato, in particolare, che tale decisione li ha posti in una situazione di svantaggio concorrenziale rispetto agli enti ecclesiastici o religiosi situati nelle immediate vicinanze che esercitavano attività simili alle loro e potevano beneficiare delle esenzioni fiscali in questione. Il Tribunale ha dichiarato i ricorsi ricevibili, ma li ha respinti in quanto infondati. La Scuola Montessori e la Commissione hanno dunque proposto impugnazioni contro tali sentenze.

La vittoria alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea

E con la sentenza di oggi la Corte di giustizia esamina per la prima volta la questione della ricevibilità dei ricorsi diretti proposti dai concorrenti di beneficiari di un regime di aiuti di Stato contro una decisione della Commissione la quale dichiari che il regime nazionale considerato non costituisce un aiuto di Stato e che gli aiuti concessi in base a un regime illegale non possono essere recuperati. Nel rilevare che una decisione del genere è un “atto regolamentare”, ossia un atto non legislativo di portata generale, che riguarda direttamente la Scuola Montessori e il signor Ferracci e che non comporta alcuna misura d’esecuzione nei loro confronti, la Corte conclude che i ricorsi della Scuola Montessori e di Ferracci contro la decisione della Commissione sono ricevibili. Quanto al merito della causa, la Corte ricorda che l’adozione dell’ordine di recupero di un aiuto illegale è la logica e normale conseguenza dell’accertamento della sua illegalità.

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Le proprietà immobiliari della Chiesa

L’Imu teoricamente dovuta al Fisco per gli immobili commerciali della Chiesa è di almeno 500 milioni l’anno. Su 1314 alberghi, hotel bed & breakfast e strutture ricettive per turisti che ci sono a Roma, 273, ovvero un quarto, sono di proprietà della Chiesa. Dice il Comune che ben 93, cioè il 38 per cento, non ha mai pagato l’Imu, mentre altri 59, ossia il 24 per cento la versano a intermittenza. Pagano regolarmente l’Imu soltanto 94. Meno di quattro su dieci. Così anche per la Tasi. Un terzo (80 su 246) non l’ha mai pagata. Nel caso della Tari, la tassa sui rifiuti, siamo invece al delirio totale. Perché delle 299 (o 297) strutture censite dal comune, soltanto 208 esistono nella banca dati della Tari, con una proprietà riferibile a 187 soggetti di cui, afferma il rapporto «purtroppo 30 privi di codice fiscale o partita Iva». Le altre 91 risultano del tutto sconosciute al fisco comunale.

Leggi sull’argomento: IMU e TASI, la Chiesa continua a non pagare

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