Opinioni

Chi ha votato il Fiscal Compact?

Alessandro D'Amato 07/04/2015

«A chi protesta sulle regole del debito chiedete cosa ha votato sul fiscal compact»: Matteo Renzi conclude con una battuta sibillina la conferenza stampa di presentazione del Documento economico finanziario a Palazzo Chigi. Con chi ce l’ha Renzi? Il Patto di bilancio europeo, formalmente Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell’unione economica e monetaria (conosciuto […]

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«A chi protesta sulle regole del debito chiedete cosa ha votato sul fiscal compact»: Matteo Renzi conclude con una battuta sibillina la conferenza stampa di presentazione del Documento economico finanziario a Palazzo Chigi. Con chi ce l’ha Renzi? Il Patto di bilancio europeo, formalmente Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell’unione economica e monetaria (conosciuto anche come fiscal compact), è l’accordo approvato con un trattato internazionale il 2 marzo 2012 da 25 dei 28 stati membri dell’Unione europea. Il voto sul fiscal compact da Wikipedia:
fiscal compact renzi
Nel dettaglio, vediamo da Openpolis il voto dei gruppi alla Camera:
fiscal compact chi ha votato
Questo invece il voto al Senato:
fiscal compact senato
 
Possiamo quindi vedere che a favore votarono il Partito Democratico, il Popolo delle Libertà (con poche defezioni), Futuro e Libertà, Popolo e Territorio (gli ex Responsabili), l’Unione di Centro. Votò NO la Lega Nord. L’Italia dei Valori si astenne. La Lega ha votato a favore del pareggio in bilancio in Costituzione che è il punto più importante del Fiscal Compact. Ma allora con chi ce l’ha Renzi? Molto probabilmente a chi prima difese il Fiscal Compact in un’intervista al Financial Times del gennaio 2013 rimasta famosa per la durezza e la fermezza nello sposare la linea del rigore e dell’austerità, e poi ha cambiato idea comunicandolo con un’intervista all’Espresso. Ovvero, a Stefano Fassina:

Fassina, fu un errore approvare il fiscal compact?
«Sì, fu un errore. Ma fu un errore soprattutto inserirlo nella Costituzione in una formulazione ancora più rigida».
Il Pd però ha sempre difeso la scelta. Quando fu fatta non si alzarono voci critiche. Lei stesso disse che la scelta «pur sbagliata sul piano economico» era utile perché «si doveva dare garanzie all’opinione pubblica tedesca». Cos’è cambiato?
«Intanto è cambiato il fatto che la scelta di inserire il vincolo nella Costituzione è rimasta una scelta solo italiana, che non era prescritta. Poi è mutato il contesto generale. La crisi è peggiorata drammaticamente e non c’è stata alcuna apertura nel contesto europeo rispetto a misure che bilanciassero il mancato ricorso all’indebitamento. Non si sono verificate né le aperture sugli Euro project bond né sull’aumento della domanda interna tedesca. E’ necessario prendere atto di tutto questo e invertire la rotta».

Insomma, la frase di Renzi è probabilmente rivolta alla minoranza PD. E nell’occasione è difficile dargli torto.

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