Chi ha ucciso Giglio, la volpe di Villa Pamphili?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-05-15

L’Associazione dei volontari che si occupa di Villa Pamphili ha presentato una denuncia contro la proprietaria del cane indicato – in base al video diffuso ieri – come responsabile della morte di una delle due volpi che frequentano il parco

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Come Red e Toby ma senza il lieto fine del cartone animato Disney. In questo caso infatti la volpe è morta. Non si tratta di una volpe qualsiasi ma di Giglio, una dei due esemplari di volpe che erano diventati le mascotte del parco di Villa Pamphili a Roma. Un filmato girato da una frequentatrice del parco ha colto un cane di taglia media mentre aveva tra le fauci il cadavere della volpe.

Il mistero della morte di Giglio a Villa Pamphili

L’Associazione per Villa Pamphilj ha comunicato di aver provveduto a presentare la denuncia per l’uccisione della volpe ai Carabinieri della stazione Gianicolense. L’associazione precisa che non si tratta di un esposto segno che probabilmente è stato identificato il proprietario del cane che nel video pubblicato ieri aveva la volpe in bocca. Non è al momento chiaro se sia stato proprio un cane (o quello specifico cane) ad uccidere la volpe. Quello che è certo è che l’animale era senza guinzaglio – cosa vietata al di fuori delle aree destinate allo sgambamento – e che il padrone non era nei paraggi.

giglio volpe uccisa villa Pamphilj cane - 1

Di nuovo, non è chiaro se il cane fosse scappato o sfuggito al controllo (ma in quel caso avrebbe il guinzaglio attaccato) o se sia stato liberato volontariamente. Secondo i volontari del parco il cane sarebbe una femmina e la proprietaria dovrebbe essere una signora che “abitualmente” lascia liberi i cani “dal forte istinto predatorio” che sarebbe già stata segnalata “in seguito a problemi già causati” in precedenza.

giglio volpe uccisa villa Pamphilj cane - 2

Un altro mistero riguarda invece il presunto occultamento del corpo della volpe, che è stata ritrovata successivamente in un altro luogo rispetto a quello dove è stato girato il video. Anche in questo caso i sospetti dell’Associazione si concentrano sulla proprietaria che sarebbe “intervenuta a fatti compiuti per nascondere quanto successo”.

I sospetti sul cane e sul proprietario da parte dell’Associazione

Ma anche in questo caso è possibile che a spostare l’animale possa essere stato il cane che stava chiaramente “giocando” con il cadavere della volpe oppure altri animali che percorrono il parco. Ad esempio per qualche strano motivo il cadavere della volpe dopo il primo ritrovamento è stato lasciato sul posto in mezzo ai cespugli (delimitando la zona con una bandella improvvisata) anche se chiaramente quello non era il luogo del “crimine”. Avrebbe avuto molto più senso raccogliere il cadavere e portarlo all’istituto zooprofilattico per le analisi di rito, ad esempio per escludere che la volpe non fosse morta per altre cause, sempre possibili all’interno di un ambiente urbano. L’Associazione fa sapere che a recuperarlo dovevano provvedere degli operatori inviati dall’ASL.

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A quanto pare però il cadavere era stato nascosto perché sul luogo del ritrovamento in mezzo a dei cespugli (grazie ad uno springer spaniel che ha “notato” uno strano odore nei cespugli) il corpo della volpe Giglio era stato occultato con delle fronde staccate dagli alberi. Allo stato attuale dei fatti l’unica cosa che si può dire con certezza è che il cane fosse senza guinzaglio ma non ci sono prove per affermare che la volpe sia stata uccisa da quello specifico cane. Le persone che frequentano il parco dicono che il cane del video ha un “predatorio” (ovvero un istinto a cacciare) molto alto, ma per quanto un cane possa senza dubbio uccidere una volpe è raro – ma non impossibile – che un cane non addestrato alla caccia riesca ad avvicinarsi tanto ad una volpe da poterla uccidere.

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Sicuramente succede, ed è il motivo per cui è fatto divieto di liberare i cani soprattutto in montagna o in aree dove sono presenti animali selvatici (che sono protetti dalla legge). Questo vale sia per i cani con un predatorio “elevato” sia per quelli che non farebbero del male a una mosca. C’è però da rilevare che proprio il comportamento di Giglio – vale a dire la sua abitudine a frequentare un ambiente percorso da cani e umani – potrebbe aver potuto facilitare la caccia. Non si può infatti negare che le due volpi di Villa Pamphili abbiano un comportamento inusuale. In primo luogo non sembrano avere timore dell’uomo non solo perché sono esemplari “urbanizzati” ma anche perché si lasciano avvicinare spesso. In secondo luogo ci sono stati numerosi avvistamenti diurni, quando invece la volpe per sua natura predilige muoversi di notte. Anche il fatto – documentato un mese fa – che dei ratti avessero “invaso” la tana di Giglio, un comportamento che secondo i volontari dell’associazione era dovuto al fatto che alcuni frequentatori del parco avessero preso a dare cibo ai selvatici.

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