Opinioni
Chi ha ragione tra Pina Picierno e Beppe Grillo?
Alessandro D'Amato 28/01/2016
Il blog di Beppe Grillo parte oggi all’attacco di Pina Picierno per la storia degli investimenti di Apple a Napoli. Sostiene il blog: L’ultima balla di Pina Picierno, l’eurodeputata piddina collega dell’euroindagato Caputo, riguarda 600 posti di lavoro a Napoli presso la Apple creati grazie al governo del Bomba. Ha scritto su Facebook: “Apple porterà […]
Il blog di Beppe Grillo parte oggi all’attacco di Pina Picierno per la storia degli investimenti di Apple a Napoli. Sostiene il blog:
L’ultima balla di Pina Picierno, l’eurodeputata piddina collega dell’euroindagato Caputo, riguarda 600 posti di lavoro a Napoli presso la Apple creati grazie al governo del Bomba. Ha scritto su Facebook: “Apple porterà a Napoli il primo centro di sviluppo app d’Europa e, di conseguenza, 600 nuovi posti di lavoro. Stiamo dando la migliore risposta possibile a quelli che dicevano che Renzi aveva dimenticato il Mezzogiorno.” Una bufala, in linea con la propaganda piddina di dire sempre il contrario della verità. Apple infatti non assumerà nessuno: “Le 600 persone sono il numero di studenti che il centro può formare in un anno. Non si tratta di un centro costruito da Apple, ma la sponsorizzazione di corsi in un istituto partner. Le prime indiscrezioni, inoltre, vogliono che l’Università Federico II sia questo partner. È probabile che l’università utilizzi docenti che ha già nel suo organico per gestirli, o al massimo ne assumerà qualcun altro. Inoltre i corsi saranno a pagamento, come quelli universitari, quindi i 600 studenti dovranno ovviamente pagare.”
Pina Picierno risponde sul suo profilo pubblico su Facebook:
Anche oggi si parla di me sul blog di Grillo, questa volta in relazione agli investimenti Apple a Napoli. Un centro per 600 sviluppatori, un moltiplicatore di posti di lavoro diretti e indiretti che diventerà attrattore di altri player dell’economia digitale e sarà l’unico centro in Europa. Grillo é evidentemente ignorante o in malafede.
Quello che non troverete mai sul sacro blog, invece, è un post sul deputato 5Stelle Colletti: impegnato nella sua professione di avvocato mentre in Aula si discuteva la legge di cui é relatore.
Insomma, parafrasando una nota pubblicità, “du si megl che one”. Anche quando si tratta di stipendi.
Chi ha ragione tra i due? Nell’occasione è evidente che ha ragione Grillo. Nello status di cui stiamo parlando – e anche in quello di oggi – la Picierno fa finta di non capire quello che è stato spiegato ieri da Massimo Sideri sul Corriere della Sera, che evita accuratamente di citare.
Ha scritto infatti Sideri:
Purtroppo quei 600 posti di lavoro – che ormai sono scolpiti nella testa di molti come sulla pietra – non ci saranno: il numero è quello degli studenti che verranno selezionati per seguire, nella struttura di una società partner, i corsi di sviluppo sul sistema operativo iOs, cioè quello dell’iPhone/iPad/iWatch. Toccherà a loro dopo il corso cercarsi un’occupazione che però, in quanto sviluppatori, sarà probabilmente non un vero «posto di lavoro», almeno per come tutti noi intendiamo il termine. Basti pensare che in Italia risultano registrati su iOs 264 mila sviluppatori, di cui per la Apple stessa solo 75 mila sono operativi. Va aggiunto che avere delle entrate stabili è molto dura: pochissimi ci riescono e dipendono comunque da una app di successo che ha una vita media di pochi mesi. I 600 posti sono 600 studenti speranzosi.
Ma c’è di più. Nello status in cui si difende la Picierno critica il 5 Stelle Colletti in quanto “impegnato nella sua professione di avvocato mentre si discuteva la legge di cui è relatore”. E lo accusa di preferire due stipendi a uno. Picierno sta sbagliando obiezione. Come ha spiegato molto bene ieri proprio Giuditta Pini, che ha accusato di conflitto d’interessi proprio Colletti, il problema non è che Colletti facesse due lavori, ma che fosse assente nella discussione sulla responsabilità professionale del personale sanitario perché doveva comparire come avvocato in una causa sulla responsabilità professionale del personale sanitario. Infatti la Pini, come ha spiegato su Facebook e nel suo intervento, stava rispondendo alle accuse di conflitto d’interessi che dal M5S arrivavano al Pd.