Fatti
Gli assurdi cartelloni di ProVita&Famiglia contro il ddl Zan piazzati davanti alle scuole
neXtQuotidiano 18/05/2021
La campagna contro la legge sull’omotransfobia, misoginia e abilismo tenta di coinvolgere anche i più piccoli
Si tratta di una Onlus che, dunque, vive di donazioni private e del “5 per mille” donato (volontariamente) dai cittadini con le loro dichiarazioni dei redditi. E quei soldi – parte di essi – sono stati spesi per la campagna pubblicitaria contro il ddl Zan. I cartelloni ProVita & Famiglia, negli ultimi giorni, hanno fatto capolino davanti a molte scuole italiane. Insomma, si utilizzano luoghi frequentati dai minori (parliamo non solo di licei, ma anche di scuole medie) per tentare di raccontare una versione dei fatti che, in realtà, è ben diversa dagli slogan utilizzati (come accaduto anche una settimana fa a Di Martedì).
I Cartelloni ProVita & Famiglia davanti alle scuole contro il ddl Zan
Questo, per esempio, è quel che è comparso ieri ad Anzio (località balneare a sud di Roma) davanti alla scuola media Giovanni Falcone.
Marsala, davanti ad un liceo pic.twitter.com/LyILq5ZdsQ
— Antonio Ferrante (@AntoFerrantePD) May 18, 2021
Ma la campagna a suon di cartelloni ProVita contro il ddl Zan è estesa su tutto il territorio, come conferma un altro utente che ha immortalato quello stesso messaggio – “adagiato” su un camion vela – fermo all’uscita di un liceo di Marsala, in Sicilia. Questi sono solamente due esempi di come si stia tentando di raccontare una verità non vera sulla legge contro l’omotransfobia, misoginia e abilismo (per chi volesse, sul sito del Senato c’è il testo del disegno di legge approvato alla Camera, in prima lettura, nel novembre del 2020).
La storia della “principessa col pisello” e le incongruenze di quel cartellone
Ma di cosa si parla su quel cartellone? Ne avevamo parlato già nel maggio del 2019, quando il sindaco leghista di Alessandria (Gianfranco Cuttica di Revigliasco) aveva chiamato due drag queen per leggere ai bambini una favola che parlava di identità sessuale. Sì, avete letto bene: sindaco leghista. Erano i giorni del Pride e il primo cittadino – eletto con i voti del Carroccio (e iscritto al partito di Matteo Salvini) – si era apertamente dissociato dalla partecipazione dei suoi colleghi di partito che erano accorsi in massa al Congresso Mondiale delle Famiglie. Lui, rispondendo anche alle critiche interne, sottolineò un aspetto fondamentale per capire capire che un rappresentante delle istituzioni debba essere il rappresentante di tutti: “Se assumi questo incarico, rappresenti l’intera comunità. Ognuno deve essere libero di esprimersi e manifestare”.
(foto: da Twitter)