Fatti
Carofiglio testerà il vaccino italiano ReiThera: “Ho fiducia nella scienza”
neXtQuotidiano 19/03/2021
“Voglio dimostrare di avere fiducia nella scienza. Mi piace che si tratti di scienziati e soprattutto scienziate italiane, perché la maggior parte dell’equipe è composta da donne. E di farlo, partecipando a un progetto di ricerca in un ospedale del Sud”
Gianrico Carofiglio ci crede. Si chiama ReiThera, ed è il vaccino tutto italiano, ora in fase 2, quella della sperimentazione per intenderci. E chi ha deciso di arruolarsi tra i 900 volontari? Proprio Carofiglio, scrittore, ex magistrato e parlamentare. Ha preso questa decisione – sottolinea – perché ha fiducia nella scienza. Quella che, purtroppo, a fin troppi manca. Il vaccino tutto italiano verrà sperimentato su 900 persone in 26 centri italiani e uno in Germania: si tratta di un monodose, prodotto interamente nell’hinterland romano. Da lì – promettono – potranno arrivare 100 milioni di dosi ogni anno. Ma ci vuole ancora un po’ di tempo affinché venga approvato, anche se i dati sembrano essere già molto incoraggianti. Carofiglio ne è entusiasta. Scrive La Repubblica:
Tra i volontari ci sarà anche un testimonial particolare, Gianrico Carofiglio, lo scrittore ed ex parlamentare e magistrato, che ha chiesto e ottenuto di partecipare alla sperimentazione. «È successo tutto per caso, qualche settimana fa, mentre parlavo con un mio vecchio amico fraterno, il professor Paolo Maggi». Maggi, docente universitario, è direttore dell’unità operativa di Malattie infettive dell’ospedale di Caserta ed è uno dei «principal investigator» della sperimentazione. «Mi ha spiegato che cercavano volontari e mi è sembrato naturale dirgli: eccomi. Lo è stato perché, in un periodo come questo, se parli, se ti esponi, in un mondo che vive di parole, arrivano dei momenti in cui devi dimostrare di credere in quello che dici. La lingua inglese ha un’espressione molto bella: “skin in the game”. Ecco, se capita l’occasione devi testimoniare quello in cui credi, devi mettere la pelle nel gioco.
Carofiglio e la fiducia nella scienza
Non c’è nessun altro “perché”, se non quello che ci tiene a sottolineare. Dice: “Ho fiducia nella scienza. E mi è sembrato naturale dire: eccomi”. Si legge ancora su La Repubblica:
Questa era la mia occasione: partecipare alla sperimentazione mi è sembrato essere un atto politico». Perché politico? «Perché voglio dimostrare — dice Carofiglio — di avere fiducia nella scienza. Partecipare a una sperimentazione, certo, è una cosa che ha i suoi rischi, vado con un filo di inquietudine, ma consapevole della fiducia nei confronti degli scienziati. Vale per Reithera ma farei subito AstraZeneca, anche. In questo caso, però, mi piace che si tratti di scienziati e soprattutto scienziate italiane, perché la maggior parte dell’equipe è composta da donne. E di farlo, partecipando a un progetto di ricerca in un ospedale del Sud».Tra un po’ tocca a Carofiglio. Cosa spera? «Che non mi capiti il placebo».