Il paese dove Rosa Maria Dell’Aria viene sospesa e uno che scrive tweet razzisti fa il commissario alla maturità

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-06-11

Mentre sul caso della docente di Palermo si scopre che fu il MIUR a chiedere di avviare un’ispezione in base al tweet segnalato dalla sottosegretaria Borgonzoni emerga un nuovo caso di doppiopesismo sovranista: quello che riguarda i tweet razzisti e omofobi di Carlo Gallarati, nominato dal Ministero presidente di una commissione d’Esame in un liceo a Pavia

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Vi ricordate di quando Matteo Salvini andò a Palermo per la giornata in memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino per incontrare gli studenti della Nave della Legalità? In quell’occasione il ministro dell’Interno ebbe modo di incontrare, assieme al ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, la docente dell’ITI Vittorio Emanuele III sospesa perché i suoi alunni avevano presentato una ricerca in cui mettevano a confronto le leggi razziali del 1938 con il Decreto Sicurezza e l’atteggiamento dell’Europa nei confronti dei migranti con quello delle nazioni europee nei confronti degli ebrei in fuga dalla Germania nazista.

Le fregnacce di Salvini e Bussetti sul caso della prof di Palermo

Salvini uscendo dall’incontro con la professoressa Rosa Maria Dell’Aria aveva detto «tutto è bene quel che finisce bene. Si sta lavorando tecnicamente, ma non è il mio compito, perché tutto torni a posto e tutto tornerà assolutamente a posto». In realtà non è finito “tutto bene” perché la docente ha dovuto scontare tutta la pena sospensiva (15 giorni senza stipendio) prima di poter tornare in classe a fare il suo lavoro. Per di più Repubblica ha rivelato nei giorni scorsi che fu il Ministero a chiedere all’Ufficio scolastico regionale di indagare su “un tweet”.

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Quel tweet è quello pubblicato da Claudio Perconte e poi condiviso dalla sottosegretaria ai Beni Culturali Lucia Borgonzoni. Il tweet di Perconte è del 28 gennaio, la mail del Ministero all’Ufficio regionale è del giorno successivo. Nella missiva viene linkato il tweet di Perconte e si chiede alla Dirigente di indagare con urgenza. E la procedura si è svolta davvero rapidamente tant’è che già il giorno successivo viene avviata l’ispezione mentre il 31 gennaio vengono sentiti gli studenti autori delle slide “incriminate”. È vero che il Ministero non ha il potere di irrogare una sanzione, ma apparentemente è stato il MIUR a sollecitare un provvedimento disciplinare nei confronti della professoressa.

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Eppure proprio Marco Bussetti aveva dichiarato durante un’intervista con Massimo Gramellini su Rai 3 che «il ministro non è stato interessato né nell’avvio né nella conclusione dell’iter, perciò evitiamo accuse di censura». Il ministro ha mentito? La mail che ha dato il via alla vicenda è effettivamente partita dall’ufficio stampa del MIUR, possibile che Bussetti non ne sapesse nulla visto e considerato che della vicenda era sicuramente a conoscenza una sottosegretaria della Lega? La senatrice Monica Cirinnà ha chiesto al ministro dell’Istruzione di andare a riferire in Parlamento, per chiarire «una vicenda che ha intaccato pesantemente il diritto costituzionale alla libertà di pensiero, d’insegnamento e di conoscenza dell’insegnante e degli alunni con un grave atto d’ingerenza sfociato peraltro in una incredibile sanzione».

Chi scrive tweet razzisti non crea problemi?

Anche perché la sanzione non è stata affatto ritirata e la docente ha dovuto scontare per intero il periodo di sospensione. Inoltre – nonostante le dichiarazioni di Salvini – il Ministero non ha il potere di revocarla, l’unico che può farlo è il provveditore agli studi di Palermo, Marco Anello che lo ritiene un provvedimento perfettamente legittimo (e che è andato in pensione ad inizio maggio). Secondo uno dei due legali della professoressa, l’avvocato Alessandro Luna, quando Salvini e Bussetti hanno parlato di tentativo di conciliazione «il ministero ha voluto prendere tempo l’unico che può revocare la sospensione è il provveditore Anello, noi chiediamo che il provvedimento sia riconosciuto illegittimo e martedì depositeremo il ricorso».

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Nel frattempo però ci si chiede se il Ministero del solerte Bussetti solleciterà un’ispezione anche nei confronti del professor Carlo Gallarati. Di sicuro tacciono i sovranisti e i patridioti che hanno urlato contro la prof di Palermo. L’ingegner Gallarati è stato per 35 anni insegnante di Costruzioni all’istituto Volta di Pavia, ed ora è in pensione. Era stato nominato presidente di Commissione di due classi al Liceo Scientifico Niccolò Copernico di Pavia e attualmente il suo nome non figura tra i membri delle commissioni d’esame delle classi quinta I e quinta L. A sollevare il caso sono stati alcuni tweet razzisti pubblicati da Gallarati sul suo profilo (prima reso privato e poi rimosso) dove si leggevano perle come «Anch’io ho incontrato una “risorsa” negro sulla tangenziale ovest di Milano che andava in bicicletta sulla corsia di emergenza contromano. Spero che l’abbiano travolto».

Oppure altri sulla bufala dei migranti minorenni che per “coincidenza” dichiarano di essere nati tutti il 1 gennaio e sul “boom” di migranti omosessuali «Per accertare se è vero – scrive Gallarati – li metterei in una gabbia con un orango tango come nel film di Fantozzi!». Uno squallore senza fine che per fortuna non abbiamo più la possibilità di leggere. Ma lui si difende così: «Sono stato insegnante 35 anni anche in una scuola serale, con tanti stranieri: non ho mai avuto problemi con loro. Su Twitter scrivo come cittadino libero e commento notizie postate da altri. Chi mi conosce, sa che sono un bravo insegnante». Così libero che per sicurezza chiude il profilo. Al cronista che gli chiedeva un commento sul tweet dove dice «Bisogna girare con la pistola e quando uno ti aggredisce sparargli nei coglioni» il docente ha risposto semplicemente «Non possono leggerlo». Si sbagliava.

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