George Pell: il cardinale incriminato per reati sessuali

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-06-29

Si tratta del più alto rappresentante vaticano mai coinvolto in una inchiesta di pedofilia. Le accuse riguardano più querelanti e reati che sarebbero stati commessi negli anni 1970 a Ballarat, città nativa di Pell dove allora era sacerdote

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Il cardinale George Pell è stato incriminato per reati sessuali. Le notifiche di reato sono state notificate dalla polizia dello stato australiano di Victoria agli avvocati di Pell a Melbourne e presentate alla Magistrates Court, davanti alla quale il prelato è chiamato a comparire il 18 luglio prossimo, come scrive il Sydney Morning Herald.

Il cardinale George Pell incriminato per reati sessuali

Le accuse di pedofilia nei confronti del cardinale Pell non sono una novità: nel luglio 2016 due uomini, oggi quarantenni, avevano presentato accuse di abusi da parte del cardinale, Prefetto della Segreteria per l’Economia Vaticana, nell’epoca in cui frequentavano la scuola primaria. I fatti – scriveva all’epoca il quotidiano on line The Australian – sarebbero avvenuti nel 1978-79 e due uomini avevano presentato denunce separate alla polizia di Victoria. Il cardinal Pell, sentito dai giornali locali, aveva definito all’epoca le accuse «totalmente false».

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Il cardinale George Pell

Nel dare l’annuncio il vice commissario di polizia Shane Patton ha precisato che le accuse odierne riguardano più querelanti e che le indagini hanno riguardato reati che sarebbero stati commessi negli anni 1970 a Ballarat, città nativa di Pell dove allora era sacerdote. Patton ha sottolineato che” il processo e le procedure seguite sono state le stesse di quelle applicate in una vasta gamma di reati sessuali storici, tutte le volte che li investighiamo”. Pell ha ripetutamente respinto ogni asserzione contro di lui. Quando in una recente intervista da Roma a una TV australiana gli è stata menzionata la possibilità di essere incriminato, ha detto: “Vorrei solo riaffermare la mia innocenza. Confermo tutto quanto ho detto davanti alla commissione australiana d’inchiesta (sulle risposte istituzionali agli abusi sessuali su minori, ndr) e in altre sedi. Dobbiamo rispettare i dovuti procedimenti, aspettiamo la conclusione e ovviamente continuerò a cooperare pienamente”, ha aggiunto.

Le accuse a Pell risalgono agli anni Settanta

Alla domanda se fosse disposto ad andare in Australia ha ripetuto: “continuerò a cooperare pienamente”. Lo scorso ottobre tre detective della task force della polizia del Victoria, istituita per indagare su fatti emersi durante i lavori della Commissione d’inchiesta sugli abusi sessuali su minori, si erano recati a Roma per interrogare Pell, il quale non si è sottratto alle domande. La sua collaborazione sarà necessaria anche adesso per far andare avanti il procedimento, dato che l’Australia ha un trattato di estradizione con l’Italia ma non con il Vaticano.

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Pell e le accuse di abusi sessuali

Pell è stato ordinato sacerdote nel 1966 a Roma, prima di tornare in Australia nel 1971, dove raggiunse i più alti ranghi della gerarchia cattolica. Il cardinale è stato scelto nel 2014 da Papa Francesco per portare più trasparenza nelle finanze vaticane. Pell farà una dichiarazione questa mattina alle 8.30 nella sala stampa vaticana. Lo fa sapere la stessa sala stampa vaticana in una nota, precisando che non ci sarà diretta streaming, e che fotografi e cameramen saranno ammessi.

Il caso di Gerald Ridsdale

Per quanto riguarda le accuse del luglio scorso, i due si sono presentati in due diversi momenti alla Victoria Police’s special Taskforce e hanno detto di avere ricevuto “attenzioni” da Pell nella piscina Ballarat’s Eureka: all’epoca il cardinale Pell era sacerdote a Ballarat. Il mese scorso Graham Ashton, Police Chief Commissioner della task force ha confermato che la polizia stava indagando su Pell. Il cardinale ha testimoniato nel marzo scorso in video-collegamento da Roma davanti alla Commissione reale sulle Risposte istituzionali agli Abusi sessuali sui Minori. Nell’occasione era stato piuttosto imbarazzante per lui dover ammettere che «avrebbe dovuto fare di più» nei confronti di Edward Dolan. Nel 1974 uno studente del St. Patrick’s College gli fece sapere che il «fratello cristiano» si comportava male con i ragazzi. «Lo disse in una conversazione, casualmente, non mi chiese di fare qualcosa…Supposi che fosse tecnicamente un lamentela», ha raccontato Pell. Quando il presidente della Commissione Peter McClellan gli ha chiesto cosa fece, Pell ha riposto: «Non ho fatto niente». Alla fine, ha aggiunto, «qualcosa ho fatto»: ne parlò con il cappellano della scuola, e il cappellano replicò che l’ordine «si stava occupando» delle accuse.

Gerald Ridsdale
Gerald Rirsdale con George Pell

Non fu così: Dowlan, arrestato per la prima volta solo nel 1996, continuò per anni ad abusare dei ragazzini, almeno venti vittime dal 1971 al 1986. «Non avevo idea che i Fratelli Cristiani stavano coprendo la situazione nel modo in cui è ormai evidente». Almeno cinque preti pedofili erano a Ballarat negli Anni Settanta, al tempo in cui era viceparroco e tra i consulenti del vescovo. Poi Bell ha parlato del caso di Gerald Ridsdale, arrestato nel ’93 dopo decenni di crimini, spretato e in galera per aver abusato di 54 bambini mentre veniva spostato da una parrocchia all’altra. Di lui in un’altra testimonianza aveva detto: «È una storia triste e non era di grande interesse per me», tra i fischi indignati delle vittime. Nell’ultima udienza si è scusato: «Ricordo di aver sbagliato completamente, mi pento delle parole scelte. Ero molto turbato, ho risposto male». Al cardinale è stato chiesto anche di quando accompagnò Ridsdale alla prima udienza del processo, Pell ha detto che era suo «dovere di cristiano». Dopo la testimonianza Pell ha incontrato i parenti delle vittime a Roma.

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