Il piano di Renzi per Cantone premier

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-08-12

Il governo Renzi-M5S si reggerebbe sul progetto di riduzione dei parlamentari, riforma costituzionale cui manca l’ultimo voto in settembre

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Il piano di Matteo Renzi per il governo istituzionale prevede Raffaele Cantone presidente del Consiglio e il deficit al 2,9%. Con prospettive interessanti di durata, visto che questa maggioranza dovrebbe eleggere anche il presidente della Repubblica nel 2022. Ne parla oggi Stefano Feltri sul Fatto Quotidiano:

Ma serve un nome di garanzia per questa operazione, capace di reggere tre-quattro mesi ma anche tre anni, se dovesse servire. N e l l’intervista al C o r r ie r e , Renzi ha chiarito che non può essere Roberto Fico, che deve restare presidente della Camera. Il nome che circola è quello di Raffaele Cantone: il magistrato si appresta a lasciare l’Autorità Anticorruzione a settembre, in polemica con il governo Conte. Ma i suoi rapporti con il M5S sono sempre stati abbastanza positivi: i problemi sono maturati con la Lega (che vuole demolire il codice degli appalti e ridurre gli obblighi di gara), e con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, esponente di una cultura giuridica di amministrativisti da sempre sospettosa verso i super poteri dell’Anac , decisi proprio da Renzi nel 2014.

Chi sarà al governo in ottobre dovrà scrivere e votare una legge di Bilancio difficile: la priorità è trovare 23,7 miliardi per evitare l’aumen to dell’Iva dal 2020. Pd e M5S non vogliono votare tagli e tasse e poi offrire il collo alla mannaia degli elettori in primavera. La soluzione di cui si discute in queste ore è quindi di minimizzare i danni facendo un deficit ben superiore a quello previsto, magari arrivando al 2,9 per cento (ma non basterebbe comunque, perché se l’Iva non aumenta si sfonda quota 3,5 e parte la procedura d’infrazione Ue).

renzi lascia partito democratico
Il Partito Democratico alla Camera e al Senato (La Repubblica, 12 agosto 2019)

La bomba è il finale:

Il governo Renzi-M5S si reggerebbe sul progetto di riduzione dei parlamentari, riforma costituzionale cui manca l’ultimo voto in settembre. Poi, con o senza referendum confermativo, ci vorranno mesi per aggiustare di conseguenza i collegi elettorali. Dilatando un po’ ma non troppo i tempi è facile arrivare così al 2022 e alla elezione del nuovo capo dello Stato, che in un Parlamento guidato da M5S e Pd potrebbe essere Mario Draghi o, se necessario a cementare l’intesa, Giuseppe Conte.

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